Aula di tribunale.

Decreto Legge n. 153/2024: lacune critiche per l’ambiente

Vediamo però cosa succede andando a leggere il testo del Decreto Legge in maniera più approfondita con tanto di lente di ingrandimento!

Incentivi per le energie rinnovabili

Il Decreto Legge entrato in vigore nel mese di ottobre chiarisce fin da subito la grande importanza che le energie rinnovabili hanno ormai da diverso tempo nella nostra società.

Uno dei principali obiettivi del Decreto, infatti, risulta essere proprio un sostanzioso aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili,

in modo tale da poter ridurre la maggior parte delle emissioni di anidride carbonica e arrivare persino ad utilizzare ben il 30% del fabbisogno energetico italiano tramite solo le energie rinnovabili. 

E tutto questo nel giro di giusto 10 anni.

In questo modo, stando a questo Decreto, nel giro di 10 anni in Italia saranno ridotte al minimo le emissioni di anidride carbonica e di tanti altri inquinanti atmosferici.

Saranno inoltre creati altri posti di lavoro nel settore green grazie alla creazione di nuove “abilitazioni” come l’installazione e la manutenzione degli impianti o la ricerca tecnologica.

Decentramento dell’energia

Industrie di energie rinnovabili delle quali parla il decreto legge.

Inoltre, il Decreto Legge incentiva lo sviluppo di impianti rinnovabili che vadano a decentralizzare la produzione di energia

In questo caso, quindi, non saranno più i mostruosi impianti centralizzati ad avere il potere su tutta la produzione nazionale dell’energia,

ma persino la rete energetica delle aree più remote avrà la sua indipendenza e potrà quindi decidere come, quando e perché ridurre o aumentare la produzione di energia richiesta in quella determinata area geografica.

Ma parliamo anche del tipo di incentivi previsti da questo Decreto.

Si parla, nero su bianco, di sgravi fiscali sia per le aziende sia per tutte quelle famiglie che decidono di “fare la cosa giusta” ed investire nell’energia rinnovabile.

Insomma, se domani decidessimo di installare dei pannelli solari, a detta di questo Decreto, avremmo diritto a detrazioni fiscali che andrebbero a ridurre notevolmente i costi iniziali.

Comunque dovremmo poi farci carico noi dei costi rimanenti anche se, sempre a detta del Decreto, parte dei restanti costi sarebbero accompagnati da finanziamenti a tassi agevolati. 

Insomma, noi installiamo i pannelli solari e all’inizio questo Decreto ci dà modo di ridurre i costi iniziali e in seguito, al massimo, possiamo sperare di pagare di meno le tasse restanti.

Sgravi fiscali per pratiche ecologiche

Questo Decreto Legge tanto comprensibile e sicuramente dalla parte delle aziende quanto dei cittadini, oltre ad incentivare sulle energie rinnovabili,

offre degli importanti sgravi fiscali a tutti noi che vogliamo adottare pratiche ecologiche, come può essere ad esempio l’attività del compostaggio.

Ma di che sgravi stiamo parlando?

Primi fra tutti ritroviamo gli sgravi fiscali per tutti coloro che adottano delle pratiche di compostaggio domestico o aziendale

Insomma, mi raccomando, compriamo qualche compostiera domestica da metterci in casa che stavolta, grazie al Decreto Legge, parte del costo di acquisto e di installazione ci verrà detratto.

Comunque, non siamo solo noi cittadini che possiamo beneficiare di questi sgravi fiscali.

Le aziende stesse, infatti, adottando dei programmi di riciclo all’interno della loro organizzazione,

incentivando un maggior riutilizzo di materiali e sviluppando seriamente dei sistemi di raccolta e riutilizzo dell’acqua piovana e soluzioni sostenibili di irrigazione,

potranno anche’ esse sperare nei tanto richiesti sgravi fiscali.

Mobilità sostenibile

Tante persone che girano per la città in bicicletta.

Per ora abbiamo parlato solo di energia rinnovabile e riciclo, ma sappiamo bene che gran parte del problema ambientale deriva anche dall’inquinamento atmosferico.

E lo sanno anche i “grandi capi”!

Ecco perché all’interno del Decreto Legge si parla chiaramente anche di una maggiore promozione della mobilità sostenibile.

Il Decreto ci invita a scegliere veicoli a basse emissioni come le auto elettriche, biciclette elettriche, monopattini e qualsiasi altro mezzo di micro – mobilità,

tanto utili e comodi per spostamenti all’interno delle nostre tanto comode e ordinate città!

In fin dei conti le auto elettriche azzerano le emissioni di anidride carbonica durante il loro utilizzo, mentre biciclette e monopattini riducono drasticamente l’inquinamento atmosferico e acustico!

Comunque, il Decreto Legge non tende a promuovere la mobilità sostenibile solo tramite incentivi economici,

ma anche tramite un vero e proprio sviluppo di infrastrutture che diano modo di utilizzare i mezzi sostenibili tanto pubblicizzati.

Cosa significa tutto questo?

Il Decreto Legge vuole:

  1. finanziare sia la costruzione di nuove piste ciclabili sia l’ampliamento di piste ciclabili già esistenti;
  2. espandere la rete di stazioni di ricarica per i veicoli elettrici in modo da facilitare l’accesso alle ricariche per tutti i possessori di auto elettriche;
  3. creare maggiori zone a traffico limitato e aree pedonali, con l’obiettivo di limitare l’inquinamento nel centro delle città.

Tutti i punti visti finora vanno sicuramente a favore dell’ambiente ma, nonostante tutto ciò, questo Decreto Legge presenta ancora troppe lacune significative in campo ambientale.

Vediamo nel dettaglio di cosa sto parlando.

Mancanza di strategia per il cambiamento climatico

All’interno del testo del Decreto Legge si nomina spesso l’importanza della riduzione delle emissioni di gas serra, tanto che nei paragrafi precedenti ne abbiamo parlato fino allo sfinimento.

Ma le strategie necessarie per affrontare gli effetti del cambiamento climatico?

Come e cosa fare per cercare di affrontare tutti gli eventi meteorologici estremi che ormai da troppo tempo stanno influenzando gravemente troppe regioni italiane?

Di tutto questo il Decreto non ne parla mai!

non devi fare altro che passare da queste parti!

Assenza di obiettivi misurabili

Per quanto sia di fondamentale importanza comprendere come poter gestire i vari eventi estremi, forse uno degli aspetti più critici del Decreto Legge è la totale assenza di obiettivi chiari e misurabili.

Mi spiego meglio.

Nel Decreto Legge viene sviscerato tutto il concetto di inquinamento atmosferico causato dalle emissioni di gas serra, tanto che vengono sviluppati diversi possibili incentivi per la riduzione di questo inquinamento.

Però manca un piccolo dettaglio di estrema importanza in tutto questo discorso: i target annuali e pluriennali della riduzione delle emissioni.

Secondo l’Accordo di Parigi, infatti, ogni Paese deve individuare e SPECIFICARE quanto annualmente ha intenzione di ridurre le emissioni di gas serra.

Questo, infatti, è l’unico modo che ogni Paese ha a disposizione per comprendere chiaramente che direzione sta prendendo.

Insomma, se dico che voglio diventare una grande imprenditrice PRIMA O POI, ma non mi pongo un tempo limite entro il quale diventarlo,

come faccio a capire se giorno per giorno sto andando verso la direzione giusta?

Come faccio a “migliorare il tiro” se non so nemmeno entro quando voglio arrivare al mio obiettivo finale?

L’Italia dice che vuole ridurre le emissioni di gas serra, molto bene, ma entro quando?

Quanto pensa di metterci?

Come capisce se quello che sta facendo va bene così o deve modificare qualcosa?

In più, per quanto il Decreto si ponga l’obiettivo di un risparmio energetico, non include comunque dei piani e degli incentivi per tutti quei settori ad alta intensità di carbonio come l’industria pesante e l’agricoltura.

Settori che, invece, sono proprio tra quelli che danneggiano maggiormente la salute dell’ambiente!

Adattamenti delle infrastrutture

All’interno del testo, si continua ad evidenziare questa grande importanza nella riduzione delle emissioni di gas serra,

ma non si dà alcuna importanza alla costruzione di infrastrutture adibite a resistere a condizioni climatiche estreme.

Dove sono gli investimenti necessari per la costruzione e la RI – costruzione di strade, edifici, argini che tutte le società più vulnerabili hanno perso a causa degli effetti devastanti del clima?

Protezione della biodiversità

Come si può parlare di un Decreto Legge relativo alla normativa ambientale senza menzionare nemmeno di sfuggita l’importanza della conservazione della biodiversità e degli ecosistemi naturali?

Questo è un Decreto Legge del tutto privo di contesto: manca di qualsiasi misura utile nel preservare habitat naturali, aree costiere e zone umide.

Tutte aree di importanza cruciale proprio nella regolazione del clima, oltre che nella protezione della biodiversità.

Formazione per i lavoratori nella transizione verde

Tanti giovani lavoratori e lavoratrici in ambito ambientale.

Qualche paragrafo fa abbiamo visto come un aumento delle attività green nelle aziende possa aiutare anche ad aumentare il numero dei posti di lavoro all’interno di questo nuovo mondo green che tanto ci attira.

Ma esiste un problema alla base che il Decreto non considera: da dove potrebbero mai provenire tutti questi lavoratori in più all’interno di queste aziende sostenibili?

Come fanno, tutti questi nuovi lavoratori, a comprendere a pieno la gestione delle nuove tecnologie sostenibili se non c’è nessuno che dà loro modo di formarsi come si deve?

Tra le grandi ed innovative proposte del Decreto Legge mancano tutti quei programmi formativi tanto essenziali per dare modo ai lavoratori di qualificarsi,

e tutto questo ostacola non poco la creazione di una forza lavoro ben preparata per un’economia che sia completamente green.

Coinvolgimento limitato delle comunità locali

Lo sviluppo di politiche, ambientali o di altro tipo che siano, risulta essere sicuramente molto più efficace se considera e coinvolge le comunità locali

le quali, nella maggior parte dei casi, sono proprio le più colpite dai cambiamenti climatici.

Il Decreto Legge, però, non considera affatto alcun tipo di meccanismo in grado di incentivare le comunità locali a sviluppare strategie di adattamento.

Queste comunità locali non vengono nemmeno coinvolte in iniziative di sensibilizzazione o di partecipazione. 

Come sempre sono lasciate a loro stesse, e questo non fa altro che aumentare ancora di più le fin troppo enormi disuguaglianze sociali che continuano così a lasciare indietro le comunità più vulnerabili.

Mancanza di investimenti a lungo termine

Ultimo, ma non ultimo per importanza, è sicuramente il grande problema dell’Italia nel non riuscire MAI a concepire un progetto a lungo termine!

Le misure del Decreto Legge sono per lo più incentivi a breve termine, tipi di incentivi che, però, non possono andare di pari passo con le grandi problematiche ambientali dei giorni nostri

le quali, invece, richiedono degli investimenti duraturi e delle tecnologie che siano in grado di produrre degli effetti tangibili nel lungo periodo!


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