Due anfibi (rane) che stanno poggiate se due foglie all'interno di uno stagno

Gli anfibi sono le creature con la storia evolutiva più lunga mai conosciuta fino ad oggi.

È proprio per questo motivo che vengono considerati da noi amanti della natura dei veri e propri “tesori biologici” essenziali per gli infiniti ecosistemi che queste meraviglie abitano.

Sono proprio questi piccoli organismi ad avere uno dei ruoli più importanti nel regno animale e vegetale: sono dei perfetti consumatori e competitori di insetti.

Ma sono anche prede!

Prede e predatori contemporaneamente, 

da buoni esseri viventi efficienti per ogni situazione possibile!

Presentano persino un sistema neuroendocrino estremamente complesso come tanti altri vertebrati, e questo consente loro di potersi sviluppare, vivere e moltiplicare all’interno di diversi e numerosi ambienti.

Ecco qui spiegata la loro lunga storia evolutiva!

Ma ad oggi sono ancora in grado di moltiplicarsi con tanta facilità?

Scopriamolo insieme in questo articolo!

Non tutto va sempre “liscio come l’olio”

Due immagini messe a paragone: a sinistra è raffigurato un paesaggio arido e completamente devastato con gli alberi secchi, mentre a destra è rappresentato un paesaggio florido, con tanta erba verde sul terreno e un albero con una bella chioma verde.

Infatti è ormai da decenni (per essere positivi) che questi animaletti tanto carini e curiosi sono minacciati da diverse problematiche ambientali: solo nel 2022 sono state dichiarate estinte 37 specie di anfibi.

(Anche se in realtà si stima che il numero sia in costante crescita).

Ma di quali minacce ambientali parliamo?

  1. Perdita e degrado dell’habitat;
  2. Agricoltura intensiva;
  3. Raccolta del legname non regolata;
  4. Sviluppo di infrastrutture;

e ovviamente… cambiamento climatico!

Esattamente!

È proprio questo maledetto che sta mettendo a dura prova la sopravvivenza di diverse specie di anfibi: 

dagli Anuri (le coloratissime rane, rospi e raganelle) agli Urodeli (i curiosi tritoni e salamandre).

Guardiamo insieme qualche numero

La rappresentazione di un mappamondo.

Giusto per farci un’idea:

  1. Circa il 40,7% delle specie, a livello globale, sono minacciate; 
  2. Dal 1980 si è andati incontro ad un aumento delle specie a rischio estinzione di circa il 37,9%;
  3. Dal 2004 l’aumento di cui sopra ha toccato persino il 39,4%.

Inutile dire che LA SITUAZIONE È ESTREMAMENTE CRITICA!

Il cambiamento climatico è emerso come il fattore principale di deterioramento della salute degli anfibi già nel 2004.

Ad oggi sappiamo che dal 2004 al 2022 ben il 39% delle specie di anfibi è andato incontro ad una rovina della propria salute e sopravvivenza.

Esempi di questo deterioramento sono evidenti soprattutto per le specie che vivono in Venezuela e nelle foreste atlantiche del Brasile, dove ritroviamo la maggior parte delle specie minacciate di estinzione a causa proprio della variazione dell’habitat e della diminuzione delle precipitazioni.

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Quindi la domanda è ovvia:

in tutto il pianeta ritroviamo questa criticità oppure ci sono delle zone in cui le specie si trovano in situazioni più critiche?

La seconda, o meglio: 

globalmente gli anfibi rischiano l’estinzione, ma dobbiamo sottolineare il fatto che ci sono delle aree sul pianeta in cui queste specie sono maggiormente a rischio.

Queste aree sono:

  1. Isole caraibiche;
  2. Ande tropicali;
  3. Montagne del Camerun occidentale e della Nigeria orientale;
  4. Madagascar;
  5. Sri Lanka;
  6. Foresta Atlantica del Brasile meridionale;
  7. Montagne dell’Arco Orientale della Tanzania;
  8. Cina centrale e meridionale;
  9. Montagne del Vietnam.

Direi che non siamo messi proprio bene eh?!

Inoltre, sono veramente tanto diversificate le zone;

ma da questo elenco si evidenzia bene come siano numerose le specie di anfibi a rischio estinzione delle zone montane.

Non so, ma non lo avrei pensato con tanta facilità se non avessi letto le statistiche e i numeri, 

ma si… 

le montagne hanno persino questo enorme problema ambientale!

Gli anfibi nell’ecosistema montano

Un paesaggio montano: una imponente montagna sullo sfondo.

Per quale motivo, quindi, le montagne sono sottoposte a tale enorme minaccia?

Questi ecosistemi sono dei veri e propri tesori della biodiversità:

  1. Presentano più del 90% degli hotspot di ricchezza di specie;
  2. Hanno sviluppato nel tempo il 40% degli hotspot di endemismo nel mondo.

Questo significa… cosa?! 

Sono tutti paroloni per dire che i paesaggi montani sono le aree dove è presente la più alta diversità (numerica) in termini di specie su tutto il pianeta, e circa la metà di queste specie si trova solo ed esclusivamente in questo ecosistema.

Quindi: sono presenti tantissime specie completamente diverse l’una dall’altra e queste specie sono persino tipiche esclusivamente delle montagne.

Da tutto ciò capiamo quindi quanto questi ecosistemi siano fondamentali per la sopravvivenza degli anfibi.

Ma perché proprio le montagne sono così ricche di specie di anfibi?

Proprio perché sono montagne!

Nella mia vita non ne ho viste chissà quante, anzi… avrei da girare fin troppo ancora!

Però, per quel poco che ho potuto visitare, non mi è mai capitato di incontrare due montagne esattamente identiche tra di loro..

sono sempre completamente differenti.

Ed è proprio questa diversità a fare di questo ecosistema un ambiente così ricco di specie:

la sua complessità topografica è stata la causa principale dell’esplosione di tutte queste specie di anfibi in tempi fin troppo antichi (parliamo di periodi in cui è avvenuto il sollevamento montano).

MA…

è proprio questa complessità geografica a comportare anche questo fastidiosissimo e preoccupante rischio di estinzione delle specie di alta quota.

Abbiamo parlato della complessità topografica, ma non abbiamo accennato ancora ai suoi effetti.

Effetti della complessità montana sugli anfibi

Sullo sfondo una montagna e in primo piano due anfibi che si trovano all'interno di una pozza d'acqua.

Questi differenti gradienti altimetrici causano dei significativi cambiamenti climatici, che a loro volta comportano una riduzione dell’area geografica salendo lungo le vette.

Questa riduzione dell’area, a sua volta, comporta e aggrava il rischio di perdita della specie, che potrà quindi andare incontro ad estinzione con più facilità.

Inoltre a causa del cambiamento climatico, come oramai ci ripetono costantemente, le precipitazioni nevose sono sempre più ridotte anno dopo anno.

E questo porta ad una costante perdita di habitat degli anfibi.

Questi habitat montani stanno infatti diventando sempre più caldi e sempre più secchi.

Ecco perché gli anfibi presenti in zone di alta quota sono proprio quelli più a rischio di estinzione.

Il cambiamento climatico è in atto ovunque! 

Tutte le aree del mondo sono ormai toccate da disastri “inaspettati” e cambiamenti costanti e repentini delle temperature.

Questi riscaldamenti, provocati dal disastro climatico, sono strettamente associati all’altitudine!

Gli anfibi di alta quota, quindi, sono esposti a cambiamenti climatici molto più intensi rispetto alle specie di bassa quota, e questo comporta gravi danni soprattutto alla loro stabilità demografica.

Ma non fermiamoci solo alle specie montane!

Diversi anfibi (salamandre) che si bagnano all'interno di un corso d'acqua.

(Non sia mai si possa pensare che le specie di bassa quota se la passino bene!)

Ci sono tantissime specie di anfibi che dipendono da habitat di acqua dolce, che come fonte principale di “sopravvivenza” utilizzano l’acqua delle precipitazioni.

Precipitazioni che…

sono gravemente in diminuzione a causa del cambiamento climatico.

E ci risiamo!

Quindi che succederà mai in queste circostanze?

Ragioniamo in ordine causa – effetto:

  1. Le precipitazioni diminuiscono;
  2. Fiumi e laghi si seccano;
  3. Si va incontro ad una grave siccità;
  4. Le varie specie di anfibi muoiono!

Tutto molto logico in fondo, non vi pare?

Si, tutto il discorso fila.

Ma adesso vediamo PERCHÈ muoiono

Due anfibi: due rane, una grande ed una piccola vicine.

Tutti questi piccoli animali ovviamente tendono a fare di tutto per poter sopravvivere.

Quindi tenderanno a rendere più “plastico” il loro comportamento, magari modificando qualche meccanismo del loro metabolismo, riducendo le attività di metamorfosi, oppure variando le dimensioni corporee facendosi più piccoli.

E si, succede proprio questo.

Ma a che prezzo?!

Tutte queste modifiche comportano un’enorme riduzione della loro sopravvivenza e della loro fecondità.

Quindi, anche qui: quanto tutto questo va realmente a favore degli anfibi?

NULLA! 

Assolutamente nulla va a favore di queste classe!

Comunque alla fine dei conti muoiono … 

si estinguono!

Un futuro per gli anfibi non proprio luminoso

Una salamandra in primo piano all'interno di un ecosistema completamente arido.

Tramite uno studio condotto nelle zone umide della Florida i ricercatori sono riusciti a prevedere il numero di specie di anfibi che dal 2022 al 2060 riusciranno a sopravvivere e persino svilupparsi in condizioni calde e secche.

E indovinate un pò…

solo 1 specie su 5 POTREBBE essere in grado di sopravvivere.

POTREBBE… nessuno dà, giustamente, nulla per certo!

(Ci sentiamo tutti molto speranzosi guardando i dati, non è vero?!)

E gli anfibi delle zone temperate?

Una famiglia di anfibi: tre rane su un tronco.

Tutte queste dinamiche non sono molto differenti per gli anfibi presenti nelle zone temperate.

Anche queste aree, ovviamente, sono influenzate dal cambiamento climatico e le varie specie tendono a rispondere ai cambiamenti ambientali in maniera differente a seconda del contesto ambientale in cui si trovano.

Ad esempio: in alcune zone temperate nel Minnesota e del Wisconsin, molte specie hanno modificato negli anni i loro cicli di riproduzione.

Questo perché i cicli riproduttivi degli animali dipendono SEMPRE dalle condizioni ambientali/climatiche, quindi una delle poche possibilità per poter sopravvivere al cambiamento climatico è stato quello di adattarsi (appunto) a delle nuove condizioni e a dei nuovi tempi.

Il cambiamento climatico influenza persino la salute immunitaria degli anfibi!

Un'asta che sostiene una bandiera bianca in mezzo ad un ambiente completamente arido e privo di qualsiasi tipo di vegetazione.

Una volta esposti a caldo estremo e a disidratazione, gli anfibi non sono più in grado di rispondere in maniera efficace ai vari stress ambientali.

Infatti le temperature molto alte modificano completamente i comportamenti di queste specie e questi cambiamenti, ovviamente, non sempre favoriscono del tutto la sopravvivenza dell’individuo.

E questo per quale motivo?

Gli animali tendono a modificare i propri comportamenti per cercare di migliorare la propria salute e sopravvivenza in base alle differenti situazioni ambientali.

Il problema, però, è che molto probabilmente, tramite tutti i nuovi comportamenti, questi animali andranno soprattutto a sfruttare fino allo stremo il proprio organismo portando, appunto, all’estremo tutte le proprie attività metaboliche.

È un pò come quando d’estate fa un caldo estenuante ma l’unico momento che abbiamo per uscire e fare la spesa è alle 13.00,

quindi ci ritroviamo a trasportare delle buste pesantissime per la strada arrivando a casa completamente devastati e senza più alcuna voglia di fare nulla.

Completamente “sfiancati”!

Ecco, questo è quello che succede ormai da anni agli anfibi: non ce la fanno!

Arrivano completamente distrutti dopo stagioni intere in cui provano a rimanere “in piedi” in maniera salda.

Ad un certo punto mollano la presa: i costi metabolici richiesti per la sopravvivenza sono troppo elevati per quei piccoli corpicini che possiedono!

E con loro, ovviamente, tutte le risposte immunitarie perdono ogni controllo… 

alzano bandiera bianca insomma!

E tutto questo porterà a…

una gran quantità di malattie ed infezioni che non vedevano l’ora di impossessarsi di queste meravigliose creature.

E voilà!

I giochi sono fatti: tante specie di anfibi, in ogni parte del pianeta, completamente distrutti, senza un sistema immunitario funzionante e pieni di malattie ed infezioni!

Ma continuiamo a parlare di microrganismi…

Facciamoci un’idea anche della loro “flora intestinale”!

Tanti differenti fiori di colori e forme diverse (viola, blu, arancioni e gialli).

Perché si, anche se non ci verrebbe mai in mente di soffermarci sulla flora intestinale degli anfibi, anche loro ne sono provvisti.

E come la maggior parte degli elementi che caratterizzano un corpo di anfibio, anche le comunità microbiche intestinali possono essere compromesse dalle variazioni nelle temperature.

Ovviamente, parlando di flora intestinale e cambiamento climatico non sto cercando di collegare il disastro ambientale al numero di volte nelle quali un anfibio riesce a fare i suoi bisogni!

Ci mancherebbe… 

rispettiamo la privacy di tutti in questo spazio!

Sto però parlando, come sempre, della loro sopravvivenza.

Questa è un’ulteriore riprova del fatto che le elevate temperature, variate in tempi così tanto brevi, comportano gravissimi problemi nella funzionalità delle attività fisiologiche, chimiche e fisiche di una specie, tanto da portare questa specie all’estinzione con gran facilità!

Arrivati a questo punto siamo abbastanza depressi per poter tirare fuori qualche informazioni “chicca” in parte positiva.

Qualche nota positiva… forse!

Un ambiente pieno di vegetazione e con due alberi e al centro un corso d'acqua. Sullo sfondo un sole grande e molto luminoso al tramonto.

È proprio ora che vi informo che si, ci sono stati negli anni dei miglioramenti nello stato di salute di alcune specie!

Hip hip urrà!

Ma…

queste magnifiche informazioni non ci bastano per poter avere una coscienza pulita.

Troppo facile così!

Fortunatamente le azioni di conservazione svolte in regioni come India, Costa Rica e Malesia, hanno sicuramente portato ad ottimi risultati: ci sono state persino situazioni di ripopolamento della specie.

Ma quello che attualmente serve è una maggiore interconnettività: servono molte più attività a livello GLOBALE, e non più solo regionale.

Usciamo dal nostro piccolo mondo

Una ragazza che esce dal cancello del suo giardino e si incammina verso diverse persone che si trovano nelle strade davanti.

Non possiamo continuare a dare importanza esclusivamente al “nostro giardino”. 

Dobbiamo trovare la forza e le capacità necessarie per poter iniziare a sviluppare delle attività internazionali, significative per poter affrontare questa enorme crisi devastante!

Sono necessarie altre mille ricerche su tantissime specie di anfibi di cui ancora nel 2024 (oddio già!) non si conoscono i dati riguardanti la loro salute e numero di individui!

Tutti questi dati, però, sono estremamente importanti per poter monitorare nel migliore dei modi possibile la situazione di questa enorme classe di vertebrati!

Il futuro degli anfibi quindi richiede una migliore attività e volontà politica,

perché nonostante la loro incredibile storia evolutiva, ad oggi sono sotto una pressione incommensurabile e sempre crescente del cambiamento climatico!

Tutti gli anfibi stanno chiedendo a gran gracidii di essere protetti, considerati e monitorati.

Se dovesse servire imparare tecniche nuove e migliori di monitoraggio… ben venga,

che il momento di studio e scoperta sia ora!

Impariamo a considerare la possibilità di sviluppare degli approcci globali e coordinati, dando maggiore attenzione ai cambiamenti climatici e a tutte le minacce ormai fin troppo serie che opprimono il nostro pianeta.

Non lasciamo soli rane, salamandre, rospi e tritoni sotto il sole cocente senza una minuscola gocciolina di acqua,

ma impariamo più che altro a conoscerli meglio.

Alla prossima meravigliosamente e rischiosamente estinta storia Eco Warriors!

Di Zoe

Sono una divulgatrice e guida ambientale appassionata. Creatrice di EcoHorizon, condivido articoli su ambiente, novità scientifiche, pratiche ecosostenibili, piante e animali. Quando non sono impegnata a scrivere, conduco escursioni e workshop per avvicinare le persone alla natura. Seguimi su EcoHorizon per scoprire come possiamo proteggere e preservare il nostro pianeta insieme!

1 commento su “Anfibi a rischio estinzione e cambiamento climatico”

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