Una ragazza che fa trekking in un bosco

Lo ammetto: io si! 

Durante i miei primi trekking, erano più le volte che tornavo a casa con la schiena distrutta perché avevo riempito il mio zaino con molta più roba di quella effettivamente necessaria.

Ecco perché sono qui oggi a darvi qualche piccolo consiglio che potrà rendere le vostre prime e future escursioni piacevoli,

prive di pesi inutili o di sofferenze date da un abbigliamento non proprio consono all’esperienza nei boschi!

Come prima cosa dobbiamo imparare a lasciarci alle spalle tutti quei pesantissimi maglioni di lana e camicie di flanella che per anni hanno accompagnato i nostri nonni nelle passeggiate invernali tra boschi e faggete!

Oggi, grazie ai progressi tecnologici, possiamo contare su tessuti, fibre e membrane che ci garantiscono il miglior confort possibile senza rinunciare alla professionalità e al “tecnicismo” necessario per non rischiare infortuni lungo il percorso.

Le case produttrici, infatti, hanno lavorato (e continuano a farlo) per migliorare le tre caratteristiche principali per un perfetto abbigliamento da trekking:

  1. Leggerezza: i vestiti da trekking ad oggi in commercio sono molto più leggeri e meno voluminosi rispetto ai vestiti utilizzati fino a 15 – 20 anni fa, il che rende tutto molto più semplice e piacevole;
  2. Traspirabilità: tutto l’abbigliamento moderno, dall’intimo fino alla giacca impermeabile, oramai è progettato in modo tale che tutta l’umidità prodotta dal nostro corpo venga liberata all’esterno. Questo ci consente di tornare a casa asciutti e non rischiare così raffreddore e febbre persino in periodo estivo quando in media fanno 35 gradi (è brutto! Ve lo dico per esperienza personale!);
  3. Impermeabilità: questo perché non è importante per la nostra salute solo far uscire l’umidità, ma è fondamentale anche non farla entrare. Le moderne giacche offrono una protezione eccellente contro la pioggia e il vento, permettendo allo stesso tempo al corpo di “respirare” ed evitare così di sprofondare in un bagno di sudore letale!
Un ragazzo con una maglietta della salute.

Esattamente come le nostre mamme ci dicevano da piccoli prima di farci andare a giocare al parco, adesso ve lo ripeto io prima di farvi andare a camminare in montagna: “VESTITEVI A CIPOLLA!”

La maggior parte di voi sapranno sicuramente di cosa parlo, ma faccio comunque un breve recap:

vestirsi a cipolla consiste nel sovrapporre diversi strati di abbigliamento, ognuno con una funzione specifica, che possono essere aggiunti o rimossi in base alle condizioni climatiche e al livello di attività svolto.

Vediamo però quali sono questi vari strati da aggiungere partendo da quello più interno.

Si tratta dello strato a diretto contatto con la pelle, e forse proprio quello più importante.

La sua funzione infatti è quella di allontanare l’umidità prodotta durante il movimento, aiutandoci così a mantenere il corpo asciutto e a disperdere il calore in eccesso.

È proprio per la sua funzione che questa maglietta non può essere una qualsiasi maglietta presente nel nostro armadio,

ma deve essere invece un capo specifico realizzato con materiali traspiranti e idrofughi come il poliestere o la lana merino,

in quanto sono questi i materiali che non assorbono il sudore e asciugano rapidamente.

Quindi mi raccomando: niente magliette della salute di cotone,

altrimenti più che allontanare l’umidità ve la ritrovereste completamente attaccata alla vostra pelle per tutta la giornata,

arrivando persino a sentire freddo durante una bellissima giornata di luglio.


Lo strato intermedio è proprio quello che ci deve fornire il maggior isolamento termico possibile,

e per quanto possiamo scegliere di metterci più vestiti addosso, dobbiamo comunque considerare sempre di rimanere il più leggeri (in termini di peso) possibile!

È proprio con questo strato che entrano in gioco tutti quei vestiti più leggeri e comodi rispetto al buon vecchio maglione di lana del nonno.

Ad oggi infatti un giusto effetto termoisolante lo otteniamo con grande facilità con un solo e leggerissimo pile di alta qualità.

Parliamo quindi di capi realizzati con fibre sintetiche come poliestere, che creano uno strato morbido in grado di intrappolare l’aria e fungere da isolante termico.

Persino da bagnati, questi capi non ci inzuppano ma, al contrario, si asciugano rapidamente garantendoci così il giusto comfort.

Se riusciste a trovarli (e si trovano facilmente) persino con zip completa, potreste persino regolare la ventilazione in base alle condizioni climatiche e al calore.

Una foto di me mentre faccio trekking nei boschi

insieme a me!

Si tratta dello strato più esterno della nostra “cipolla” e deve proteggerci dagli agenti atmosferici come vento e pioggia,

anche se ciò non significa che questo guscio esterno debba essere completamente ermetico.

Infatti un perfetto “guscio” deve essere impermeabile dall’esterno verso l’interno in modo da poter bloccare l’acqua e l’aria fredda,

ma deve anche essere traspirante dall’interno verso l’esterno per permettere così al sudore di evaporare e mantenere il corpo completamente asciutto.

Le moderne giacche termiche hanno un rivestimento con membrane avanzate come GoreTex o Polartec che ci offrono una fantastica protezione con il massimo comfort.

Inoltre, a chi decide di fare escursioni in montagna, consiglierei di scegliere un guscio con cappuccio regolabile, polsini con chiusura a velcro e tasche ben posizionate per l’uso dello zaino:

levare e mettere continuamente lo zaino renderebbe la vostra escursione piuttosto “noiosa”

(parola di un’escursionista che ha iniziato con troppe poche tasche!).

Altra caratteristica veramente importante per affrontare con il sorriso un trekking in montagna è la leggerezza,

quindi scegliete una giacca tecnica che possa essere facilmente ripiegata e riposta nello zaino quando necessario.

Un paio di scarpe da trekking.

Forse avrei dovuto parlare prima delle scarpe.

O forse no!

Le ho tenute per ultime proprio perché sono l’elemento più importante e cruciale dell’abbigliamento di un escursionista.

Mentre le magliette, i pantaloni e il pile potete cambiarli in qualsiasi momento durante la giornata, le scarpe dovranno accompagnarvi per tutto il percorso.

Per questo motivo è fondamentale scegliere un paio di scarpe adatte al proprio piede e al livello di difficoltà dell’escursione.

La prima regola base di un buon escursionista è provare molte paia di scarpe prima di scegliere il paio perfetto,

ed inoltre è importante che la scarpa sia già “rodata” prima dell’escursione. 

Questo significa che non vi conviene comprare il paio di scarpe il giorno prima di un’escursione,

perché è molto probabile che vi ritroviate a metà percorso con i piedi gonfi, dolenti e pieni di fastidiose vesciche che vi accompagneranno per TANTI giorni successivi l’escursione,

fidatevi di chi ci è già passata!

Ma quali sono le caratteristiche di cui tener conto quando dobbiamo scegliere un paio di scarpe?

  1. Flessibilità: una buona scarpa deve adattarsi al terreno e permettere un appoggio naturale e sicuro al piede;
  2. Robustezza: le scarpe devono essere abbastanza solide da garantire stabilità su terreni accidentati;
  3. Resistenza all’acqua: esattamente come per tutto l’abbigliamento da trekking, anche le scarpe devono superare la prova dell’impermeabilità per evitare, come sopra, di rimanere bagnati tutto il giorno e rischiare un febbrone;
  4. Altezza: una scarpa da trekking alta fornisce un sostegno extra alla caviglia, caratteristica fondamentale soprattutto nelle salite e nelle discese.
Uno zaino da trekking.

Pensavate di esser pronti dopo tanto parlare eh?!

E invece manca ancora qualcosa al vostro abbigliamento per essere del tutto perfetti per una buona camminata in montagna, nei boschi o in collina!

Pensiamo ad esempio al meteo: di questi tempi la mattina magari è un po’ nuvolo, mentre dopo pranzo esce un bel sole caldo. 

Ecco perché è fondamentale avere sempre nello zaino un cappellino e degli occhiali da sole:

in questo modo viso e occhi saranno sempre protetti dai raggi UV.

C’è un altro elemento che io personalmente ho scoperto tardi, avendo fatto l’errore di sottovalutarli per molto tempo: i bastoncini!

Vi assicuro che sono un accessorio veramente molto utile, soprattutto per chi ha problemi alle articolazioni o, come me, alla maledetta lombare.

Personalmente, da quando ho iniziato ad utilizzarli, torno a casa dopo una giornata passata in montagna ed è come se non avessi fatto nemmeno un chilometro a piedi

(almeno per quanto riguarda la mia lombare!).

Non sottovalutate l’utilità di questi strumenti, soprattutto quando dovete fare dei percorsi lunghi e impegnativi!

Ultimo ma non ultimo: lo zaino tecnico.

Ragazzi miei, questo si che è un accessorio del tutto indispensabile per ogni tipo di escursionista!

Deve essere leggero e resistente all’acqua. 

Vi consiglio inoltre di scegliere uno zaino con spallacci ben imbottiti: le vostre spalle ringrazieranno, datemi retta!

Se li trovate, scegliete zaini che abbiano anche un fischietto di emergenza e un coprizaino impermeabile, ma se non riuscite a trovarlo,

niente panico: sono due dettagli che si possono aggiungere separatamente al kit di sopravvivenza in montagna!

E mi raccomando: non dimenticate mai che lo zaino è la vostra “custodia viaggiante” che deve comprendere le scorte di cibo e acqua (almeno 1 litro e mezzo mi raccomando).

Sceglietelo con cura!

Questi sono tutti i consigli che mi sento di darvi ad oggi per poter fare una meravigliosa esperienza in giro per il mondo naturale!

Vi auguro tante belle esperienze immersi nella natura, a contatto con le infinite meraviglie che solo il mondo naturale può donarci!

Buone escursioni miei cari EcoWarriors!

Di Zoe

Sono una divulgatrice e guida ambientale appassionata. Creatrice di EcoHorizon, condivido articoli su ambiente, novità scientifiche, pratiche ecosostenibili, piante e animali. Quando non sono impegnata a scrivere, conduco escursioni e workshop per avvicinare le persone alla natura. Seguimi su EcoHorizon per scoprire come possiamo proteggere e preservare il nostro pianeta insieme!

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