Discariche piene di tanti rifiuti buttati a terra.

Siamo schiavi di un consumismo cronico.

La nostra più grande dipendenza è quella di doverci sempre sentire circondati da qualcosa.

Dobbiamo avere i nostri armadi completamente invasi da vestiti che tendiamo ad indossare giusto una o due volte

per poi dimenticarli in fondo all’ultimo armadio delle nostre camere.

Dobbiamo avere almeno una scarpiera dentro casa bella piena per stare sicuri che non arriveremo mai a camminare scalzi per strada,

sapendo benissimo che, di quelle decine di scarpe, continueremo ad usarne sempre e solo qualche paio.

Sempre lo stesso!

E non può mancare un frigorifero abbastanza grande da poter contenere scorte su scorte di cibi

che in brevissimo tempo dimentichiamo di aver comprato e quindi: dritti al prossimo supermercato a comprare ciò che non abbiamo ma che nemmeno ci servirebbe!

Tutto questo perché?

Ma soprattuto, tutto quello che non riusciamo a smaltire… che fine fa?

Ed è proprio di questo che parleremo oggi.

Dove finisce tutto questo surplus?

Primo piano di discariche con un terreno arido e pieno di tanti scarti alimentari e domestici.

Sono le discariche il posto dedicato a tutto ciò che non ha più importanza nelle nostre vite.

Vere e proprie discariche a cielo aperto, tanto grandi da poter contenere i più diversificati rifiuti provenienti dai nostri appartamenti.

Parliamo di scarti alimentari tanto quanto di scarti più “materiali” come gli elettrodomestici ed oggetti di arredamento vari.

Ma il vero problema di questi posti non è la loro capacità di svilupparsi come un imponente mostro all’interno,

o comunque troppo vicino,

alle nostre abitazioni e a quelle poche distese di verde che ancora per poco circondano alcune delle nostre città.

Il vero enorme problema di queste discariche è che,

come dimostrato da un recente studio,

queste attività emettono in media il triplo del metano rispetto alla quantità dichiarata ufficialmente alle autorità federali!

Sono diversi (e tanti) i problemi che stanno affliggendo il pianeta Terra. Ma sono tanti anche i modi per risolverli… o almeno attenuarli!

Presentiamo il gas metano delle discariche

Un'industria che produce tanto gas metano che esce come fumo dalla struttura.

Ora, già che ci siamo, diamo spazio per un momento a questo gas metano.

È un composto incolore che si forma con molta facilità in seguito alla decomposizione di sostanza organica come resti animali e vegetali,

quindi anche dalla decomposizione di rifiuti domestici. 

Il problema, però, non riguarda direttamente la sua decomposizione.

In natura è un elemento chimico ben conosciuto oramai da anni e persino usato da decenni in grande quantità in diverse industrie.

Il grande danno che comporta il metano, ad oggi, al pianeta Terra, riguarda la sua grande capacità di combustione. 

Il metano, infatti, è un gas così tanto potente da riuscire a riscaldare il pianeta intero.

Una coperta troppo calda per il pianeta Terra

Un paesaggio completamente secco e deserto con soli due alberi bruciati a causa di incendi precedenti.

Per comprendere il comportamento di questo gas, è stato tenuto sotto controllo il 20% di tutte le 1200 grandi discariche presenti negli Stati Uniti.

È proprio in seguito a studi svolti osservando queste discariche che è stato scoperto

(nemmeno con tanta difficoltà)

come la produzione di petrolio e gas,

insieme a quella del bestiame,

sia in grado di emettere un’enorme quantità di gas metano in atmosfera.

Questo gas, esattamente come l’anidride carbonica, è stato identificato come il principale gas serra che sta riscaldando il pianeta.

In che modo?

Il gas metano si comporta come una sorta di coperta per il pianeta Terra:

si “distende” lungo tutto il cielo ricoprendo completamente l’intero globo.

Proprio come fa una coperta su di un letto.

E tramite questo comportamento, il gas metano è in grado di intrappolare tutto il calore del sole.

Ed ecco che il mondo inizia ad accumulare sempre più calore che non sa dove rilasciare.

E così si riscalda. 

Sempre di più.

Sempre peggio.

C’è da sottolineare che il gas metano rimane nell’atmosfera per un periodo di tempo minore rispetto all’anidride carbonica.

Ma è anche vero che questo gas è decine di volte più potente dell’anidride carbonica!

Non ha bisogno di rimanere in aria tanto tempo per provocare gli stessi effetti che provoca l’anidride carbonica nel doppio del tempo!

Anzi, 

per essere precisi: l’effetto del riscaldamento del metano è ben 80 volte superiore rispetto all’effetto dell’anidride carbonica.

Altro che doppio!

Ma torniamo adesso alle discariche

Discariche con tanti resti alimentari rovesciati a terra.

Cosa c’ entrano con il metano?

Solo negli Stati Uniti la terza fonte di emissione di metano sono proprio le discariche,

che emettono una quantità di gas pari al gas che emetterebbero 23 milioni di auto a benzina in un solo anno!

Consideriamo anche il fatto che molti rifiuti organici come gli scarti alimentari,

se tenuti in condizioni di mancanza di ossigeno,

possono emettere quantità di metano ancora più elevate

E purtroppo, condizioni in cui è possibile ritrovarsi in situazioni prive di ossigeno, nelle discariche, sono fin troppo comuni.

Soprattuto negli strati più profondi di queste.

Situazione completamente opposta è invece quella del compostaggio.

Tramite questa attività, infatti, non si viene mai a formare del metano.

(Potrebbe essere questa un’alternativa alle mostruose attività di discarica?!)

Qualcosa si muove dal basso delle discariche

Un ammasso di rifiuti di elettrodomestici buttati a terra.

Nella maggior parte delle discariche esaminate negli Stati Uniti,

i ricercatori hanno rilevato la presenza di diversi punti di emissione di metano che tendevano a rimanere in attività per mesi interi…

se non per anni.

Cosa significa tutto questo?

Qualcosa, nella costruzione delle discariche, sarà andata storto?

A quanto pare si!

All’interno di queste discariche il numero di rifiuti di ogni tipo continuava ad aumentare,

mentre nelle profondità,

per molti anni e in maniera molto silenziosa,

delle perdite di metano continuavano a farsi strada tra un rifiuto in decomposizione ed un altro.

Le chiamano “Garbage lasagna” (“lasagne di rifiuto”) e sicuramente non per una questione di “gusto”!

Cosa fare quindi per migliorare la situazione?

Una signora in primo piano che lancia dei rifiuti in una discarica.

Prima di tutto sarebbe un passo avanti cercare di individuare le perdite di gas metano,

in modo da riuscire ad ottenere un quadro più chiaro relativo alle emissioni,

e allo stesso tempo aiutare i gestori delle discariche a risolvere questo “fastidioso” problema.

Contemporaneamente alla soluzione

(si spera)

della situazione direttamente all’interno delle discariche,

comunque,

sarebbe importante trovare vari e diversi modi per evitare il più possibile di alimentare queste discariche con i nostri rifiuti di natura elettronica

o organica che siano!

Inoltre, anche uno sviluppo di satelliti per il rilevamento del metano potrebbe aiutare a comprendere la situazione in maniera più completa.

Fortunatamente alcune organizzazioni no – profit si stanno muovendo in questa direzione.

Chissà,

magari riusciremo, prima o poi, a demolire completamente la problematica dell’inquinamento da metano?

Noi faremo del nostro meglio, 

giusto EcoWarriors?!

Di Zoe

Sono una divulgatrice e guida ambientale appassionata. Creatrice di EcoHorizon, condivido articoli su ambiente, novità scientifiche, pratiche ecosostenibili, piante e animali. Quando non sono impegnata a scrivere, conduco escursioni e workshop per avvicinare le persone alla natura. Seguimi su EcoHorizon per scoprire come possiamo proteggere e preservare il nostro pianeta insieme!

2 commenti a ““Garbage lasagna”: le nuove discariche a cielo aperto”

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