Un'urna per le elezioni europee.

Elezioni europee 2024:

il momento tanto atteso sta per arrivare!

A giugno 2024, infatti, ci saranno le elezioni europee e tutti noi cittadini dell’Unione Europea saremo chiamati a scegliere il destino di ben 705 parlamentari.

Ma ancora più importante: 

dovremo prendere una decisione sul destino del pianeta Terra.

Bella responsabilità eh?

Ma vediamo un passo alla volta quali sono le nostre responsabilità e quanto, alle Europee, si parli con serietà del cambiamento climatico.

Il Green Deal e il suo significato

Un libro su cui è poggiata una fogliolina verde.

Parliamo ormai di 5 anni fa, 

quando l’Unione Europea ha deciso di lanciare per la prima volta il Green Deal europeo.

È un piano sviluppato dai membri dell’Unione Europea che ha come obiettivo principale quello di affrontare e risolvere nel migliore dei modi le sfide sollevate dal cambiamento climatico e dalla degradazione ambientale.

Tra gli obiettivi di questo piano troviamo: 

  1. L’eliminazione totale delle emissioni nette di gas ad effetto serra entro il 2050 da parte di tutti e 27 gli Stati membri;
  2. La riduzione delle emissioni di gas di almeno il 55% entro il 2030 rispetto al 1990;
  3. La conversione di tutte le auto e i sistemi di trasporto in sistemi sostenibili, e quindi la produzione di trasporti a zero emissioni entro il 2035;
  4. La realizzazione di un sistema energetico del tutto pulito e a zero emissioni, raggiungendo così il 45% delle energie rinnovabili entro il 2030;
  5. La ristrutturazione di edifici in modo che siano più ecologici, portando così ad un maggior risparmio di energia e cercando di ridurre, allo stesso tempo, la lotta contro la povertà energetica.

Inoltre, il Fondo sociale per il clima avrebbe dovuto stanziare ben 86 miliardi di euro con l’obiettivo di sostenere i cittadini più vulnerabili e le piccole imprese che dedicano la loro attività ad una transizione ecologica. 

E sono solo alcuni degli obiettivi fondamentali necessari per poter raggiungere una migliore condizione ambientale!

Il problema, ad oggi, è che siamo già nel 2024 e molti degli obiettivi e delle iniziative proposte non sono ancora state avviate… dopo ben 5 anni dal lancio ufficiale di questo “piano d’azione”.

I cittadini europei e le problematiche ambientali

Cittadini europei in una città che è stata inondata da un'esondazione di un fiume.

Ma nel 2024, quali sono i Paesi europei più interessati,

e soprattutto preoccupati,

per il cambiamento climatico e il destino dell’umanità,

soprattutto in seguito alle elezioni europee che si svolgeranno tra qualche mese?

Ci sono dei Paesi più sensibili alla problematica ambientale rispetto ad altri?

Tramite un sondaggio è stato chiesto a diversi cittadini di diversi Paesi quale fosse, secondo loro, la crisi più grande degli ultimi 10 anni.

(Domanda abbastanza difficile viste le realtà alle quali stiamo assistendo negli ultimi anni!)

E comunque, in linea di massima, circa il 19% dei cittadini di tutti i Paesi europei (o quasi) ha risposto che la piaga maggiore è proprio il cambiamento climatico.

Volete più dettagli?

In Danimarca il 69% dei cittadini sostiene che il cambiamento climatico e la degradazione ambientale siano il grande dilemma critico dei nostri giorni.

Seguita poi dal Portogallo con una percentuale di cittadini intorno al 67% e la Svezia con il 62%.

Ci sono poi Paesi che non considerano il cambiamento climatico tra le problematiche esistenti al giorno d’oggi!

Tra questi Paesi troviamo la Polonia, la Repubblica Ceca e la Finlandia. 

Sono questi i paesi nei quali sono state registrate le percentuali più basse in assoluto di intervistati che ritengono che il cambiamento climatico sia un problema ben più che importante del nostro secolo.

Considerate che in Estonia solo il 6% dei cittadini ha indicato il cambiamento climatico come un problema per la sopravvivenza umana!

Se ti interessano le questioni ambientali e vuoi saperne di più passa a trovarmi: parleremo insieme di ecosistemi, natura, sostenibilità e molto altro!

E in tutti gli altri Paesi europei non citati?

Un gruppo di ragazzi giovani interessati all'ambiente e al destino delle elezioni europee.

Beh, meno di un quarto della popolazione di questi Paesi sostiene che il cambiamento climatico sia una questione da considerare… anche se comunque di secondaria importanza!

Inoltre, sempre questo sondaggio ha dato modo di comprendere come siano soprattutto gli under 29 gli elettori europei più preoccupati per il futuro del pianeta Terra.

In Gran Bretagna, Francia, Germania, Danimarca e Svizzera la maggior parte degli abitanti che ha considerato il cambiamento climatico come il principale fattore di preoccupazione dei giorni nostri rientra proprio nella fascia di età compresa tra i 18 e i 29 anni.

Quella dell’ambiente è una preoccupazione che risulta ancora abbastanza alta nei cittadini tra i 30 e i 39 anni, come anche tra i 40 e i 49 anni (rispettivamente 20% e 22%). 

Ma la percentuale di cittadini preoccupati per questa tematica scende drasticamente se consideriamo invece le fasce di età dai 70 anni in su.

Cittadini europei e UE

Rappresentanti politici per le elezioni europee.

Ma cosa pensano i Paesi europei del lavoro che l’Unione europea ha svolto finora per la tematica ambientale?

Ebbene, anche qui le considerazione sono ben diverse a seconda dell’angolo del mondo di cui parliamo.

Il 48% dei cittadini romeni sostiene che l’UE abbia avuto un impatto positivo, come anche il 47% dei cittadini portoghesi e il 45% dei cittadini finlandesi.

Di opinione completamente differente è invece il 77% dei cittadini francesi, che sostiene che l’UE abbia avuto un impatto del tutto negativo sulla protezione ambientale.

Un pò come per i Paesi Bassi, i quali risultano poco fiduciosi per quanto riguarda il rapporto tra UE e ambiente. 

Solo un quarto dei cittadini ha infatti una visione positiva sulle azioni ambientali promosse dall’Unione Europea.

Partiti italiani ed elezioni europee

Rappresentanti italiani nelle elezioni europee.

Ma vediamo ora cosa ci propone l’Italia per queste elezioni europee,

e a che punto dello sviluppo e della conservazione ambientale si trova il nostro Paese.

Possiamo sottolineare da subito che,

mentre alcuni dei partiti italiani si impegnano nel raggiungimento di emissioni nette pari a zero entro il 2040,

altri partiti hanno posto come obiettivo limite una riduzione del 90% (sempre entro il 2040).

Ma a noi italiani sensibili e sensibilizzati alla problematica ambientale tutto ciò non basta.

Vogliamo delle risposte più serie e precise.

E a chiedere tutte queste risposte è stato proprio il WWF, 

il quale ha contattato i principali partiti italiani ponendo loro domande riguardanti le politiche che pensano di adottare in seguito alle elezioni europee sull’ambiente, la natura e il clima.

Cosa sarà mai emerso da questa iniziativa del WWF?

Prima di tutto bisogna sottolineare che solamente 5 partiti hanno accettato di rispondere a queste domande.

Parliamo di Alleanza Verdi e Sinistra, Azione, Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e +Europa.

A differenza di Forza Italia, Fratelli d’Italia, Italia Viva e Lega, i quali hanno deciso di non dare alcuna risposta.

Ma cerchiamo di capire nel dettaglio qual’è l’opinione dei diversi partiti riguardo gli obiettivi del Green Deal.

Riduzione delle emissioni nette

Una macchina in primo piano e tante industrie alle sue spalle che emettono gas di scarico inquinanti che con le elezioni europee dovremmo cercare di ridurre/eliminare.

Il primo importante obiettivo imposto dal Green Deal riguarda la riduzione delle emissioni nette dell’UE di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.

Questo obbligherebbe quindi i Paesi dell’UE a ridurre le emissioni del 90% entro il 2040.

Il WWF, in aggiunta, sostiene che si debba puntare ad una riduzione del 100%, sempre entro il 2040.

Alleanza Verdi e Sinistra e Movimento 5 Stelle si impegnano a raggiungere l’obiettivo di emissioni pari al 100% entro il 2040, 

mentre il Partito Democratico e +Europa dedicano il loro impegno per una riduzione del 90% entro il 2040, 

in linea con le raccomandazioni della Commissione europea.

Azione, 

al contrario, 

risulta essere l’unico partito ad aver indicato come obiettivo entro il 2040 quello di una riduzione di meno del 90%, 

sottolineando comunque l’idea di non considerare nessun obiettivo legalmente vincolante per l’anno 2040. 

Questo perché ritiene che la tempistica e i valori proposti dalla Commissione europea e dal WWF siano del tutto irrealizzabili.

Il partito ALDE, al quale aderisce il partito Azione a livello europeo, ha invece dichiarato di non avere alcuna posizione ufficiale in merito.

Eliminazione di combustibili fossili

Zone di estrazione del petrolio e combustibili fossili da eliminare completamente grazie alle azioni proposte con le elezioni europee.

Per quanto riguarda la problematica relativa all’eliminazione dei combustibili fossili, tutti i partiti italiani sono d’accordo nel fissare delle date vincolanti.

Questo comunque non significa che non ci siano delle divergenze sulle tempistiche e quindi le date da considerare realizzabili o meno.

Partiti quali Alleanza Verdi e Sinistra, Movimento 5 Stelle e +Europa si sono detti impegnati nel completare l’eliminazione netta dei combustibili fossili entro il 2030, 

del gas entro il 2035 

e del petrolio entro il 2040.

Il Partito Democratico, a sua volta, si è detto anche lui impegnato nel fissare delle date legalmente vincolanti ma,

a differenza dei partiti citati in precedenza, 

sostiene che il 2030, 2035 e 2040 siano date troppo rigide.

Della stessa idea è il Partito Democratico Europeo al quale aderisce Italia Viva, 

anche se allo stesso tempo sostiene comunque l’abbandono dei combustibili fossili.

Azione, invece, è di orientamento completamente opposto.

Questo partito infatti non si impegna a fissare date limite legalmente vincolanti per l’abbandono dei combustibili fossili, 

ritenendo del tutto indispensabile la diffusione di tutte le tecnologie alternative.

Tra queste rientra anche il nucleare, da usare all’interno di un “mix elettrico equilibrato” insieme a fonti rinnovabili e sistemi di accumulo per usi non elettrici e biogas.

Comunque il partito ALDE, 

al quale aderisce Azione, 

sostiene di impegnarsi a fissare date vincolanti per l’eliminazione dei combustibili fossili 

anche ritenendo le date indicate troppo limitanti.

Settore agricolo

Agricoltori che lavorano nei loro campi.

Introducendo alle elezioni europee l’argomento riguardante il mondo dell’agricoltura,

tra i vari partiti italiani troviamo un consenso generale sulla necessità di riformare la Politica Agricola Comune (PAC).

Ma come già visto per gli altri argomenti trattati, 

i partiti hanno idee differenti sulle tempistiche e le modalità di azione.

Prima di tutto, chiariamo il significato di “Politica Agricola Comune”, 

o più facilmente chiamata “PAC”.

Questa è una politica agricola che ha come principale obiettivo quello di sostenere gli agricoltori e di garantire sicurezza alimentare in tutta l’Europa.

Tra gli obiettivi principali di questa politica ritroviamo:

  1. Miglioramento della produttività agricola e supporto agli agricoltori, garantendo così approvvigionamento stabile di prodotti a prezzi accessibili;
  2. Tutela degli agricoltori dell’UE;
  3. Aiuto per una gestione sostenibile delle risorse naturali a fronte del cambiamento ambientale;
  4. Tutela delle zone rurali dell’UE;
  5. Promozione dell’occupazione nel settore agricolo con l’obiettivo di mantenere in vita l’economia rurale.

Ma ora torniamo a noi.

I partiti, di tutto questo, cosa ne pensano?

Ebbene, 

alcuni partiti ritengono che una riforma di questo tipo sia di fondamentale importanza, 

sia per l’ambiente sia per tutti coloro che lavorano con questi ambienti. 

Altri partiti, invece, sostengono che si debba andare con i cosiddetti “piedi di piombo” 

e che ad oggi una riforma agricola sia per l’Europa svantaggiosa a livello economico.

Legislazione ambientale sugli ecosistemi a rischio

Una foresta sottoposta a deforestazione.

Ultimo argomento trattato, 

ma non ultimo sicuramente per importanza, 

è quello relativo alle prospettive sulla legislazione ambientale dell’UE riguardo i tre ecosistemi più danneggiati al mondo: 

acqua dolce, mari e foreste.

Nel 2024 possiamo affermare con certezza che il 60% dei fiumi e dei laghi europei si trova in pessime condizioni. 

Molti degli Stati membri dell’UE si sono impegnati nello svolgimento di attività per il ripristino di condizioni ambientali più idonee, 

ma ad oggi, 

non abbiamo comunque assistito ad alcun vero miglioramento.

Davanti a questo fallimento alcuni dei partiti italiani sono d’accordo con l’idea di aumentare la pressione sui governi nazionali per riportare gli ecosistemi di acqua dolce ad uno stato di salute ottimale, 

o comunque decente, 

entro il 2027.

Tra questi partiti italiani, 

comunque, 

ritroviamo Azione e Partito Democratico Europeo 

(al quale abbiamo detto aderisce Italia Viva) 

che richiedono più tempo per il raggiungimento di questo obiettivo.

Per quanto riguarda invece il grave problema della deforestazione, 

nel 2023 l’UE ha adottato delle leggi per cercare di fermare una volta per tutte questa piaga nella società moderna.

Questo significa che,

da ora in poi, 

i responsabili politici hanno il diritto di ampliare l’applicazione della legge con lo scopo di vietare le importazioni di prodotti legati alla distruzione delle foreste, 

e quindi al degrado di tutti gli ecosistemi boschivi 

come savane, 

praterie 

e zone umide.

E in Italia chi ha deciso di impegnarsi in questa direzione?

Vediamo…

  1. Alleanza Verdi e Sinistra;
  2. Movimento 5 Stelle;
  3. Partito Democratico;
  4. +Europa.

Chi invece si definisce contrario?

La so:

  1. Azione 

Chi non ha fornito proprio risposta?

So anche questa:

  1. ALDE
  2. PDE (Italia Viva dunque).

Elezioni europee e fondi per una salute ambientale

Un mucchio di soldi, tra banconote e monete, per rappresentare i fondi che dovrebbero essere stanziati per l'ambiente con le prossime elezioni europee.

In linea generale, la maggioranza dei partiti comprende quanto sia di fondamentale importanza migliorare la salute degli ecosistemi.

Ma di nuovo: 

ognuno a modo proprio!

Allenza Verdi e Sinistra, Movimento 5 Stelle e Partito Democratico sostengono di voler investire circa 50 miliardi di euro all’anno sul miglioramento della salute del pianeta e sul raggiungimento dei vari obiettivi proposti dalla Strategia sulla Biodiversità per il 2030.

Sono questi i partiti che comprendono che investire sulla natura non significa solo investire su aspetti e benefici economici, 

ma anche sulla salute, 

materiale e non solo, 

di tutte le persone che hanno a che fare con l’ambiente.

Parliamo di agricoltori, 

ma anche di silvicoltori, 

proprietari terrieri, 

pescatori, 

comunità costiere 

e collettivi locali impegnati in attività di ripristino della natura.

Il partito Azione, da parte sua, sostiene un aumento degli investimenti sulla natura, 

ma non si impegna ad indicare una cifra esatta utile a questo sostegno.

Come lui anche il Partito Democratico Europeo al quale aderisce Italia Viva.

Parlando invece dei partiti di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega, 

questi hanno spiegato chiaramente la loro idea riguardo l’importanza che danno alla salute ambientale esprimendo voto unanime contrario alla Nature Restoration Law lo scorso 27 febbraio.

Elezioni europee e l’importanza dell’ambiente

Persone che sono alle urne a votare per le elezioni europee.

Dunque, tutto questo articolo per dirvi che la responsabilità è nostra…

l’8 e il 9 giugno 2024 più che mai!

La prossima legislatura europea sarà veramente determinante per il pianeta Terra, 

per le politiche ambientali e per quelle climatiche.

In Europa e non solo!

Ci troviamo in una condiziona ambientale e climatica veramente molto critica, 

dalla quale o troviamo i modi giusti e ne usciamo, 

o troviamo i modi giusti e ne usciamo.

Non c’è altra possibilità!

Sto scrivendo davanti la finestra del soggiorno di casa mia, 

dopo aver provato a scrivere questo articolo sul tavolino del giardino sotto casa.

E perché non ci sono riuscita?

Perché piove,

poi esce il sole,

dopo fanno 40° all’ombra, 

ma poi fanno 10° cinque minuti dopo.

Piove con il sole ad Aprile.

Diluvia nel mese di Maggio.

Ci sta un sole che spacca le pietre a Dicembre.

Ah, e non dimentichiamoci:

tutto questo sempre con la sensazione “di sabbia” in gola causa micro particelle inquinanti nell’aria e sensazione di trovarsi immersi nella nebbia… 

quando non è altro che inquinamento.

 Che cosa scegliamo di fare quindi?

Andiamo a votare, 

giusto EcoWarriors?

Di Zoe

Sono una divulgatrice e guida ambientale appassionata. Creatrice di EcoHorizon, condivido articoli su ambiente, novità scientifiche, pratiche ecosostenibili, piante e animali. Quando non sono impegnata a scrivere, conduco escursioni e workshop per avvicinare le persone alla natura. Seguimi su EcoHorizon per scoprire come possiamo proteggere e preservare il nostro pianeta insieme!

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