Un panorama di ghiacciai.

Da diverso tempo, ormai, il cambiamento climatico è un argomento caldo della nostra società.

Ogni giorno, in ogni parte del pianeta, la Terra ci mette di fronte agli enormi disastri ambientali che nei decenni, tramite le nostre attività distruttive, siamo riusciti a provocare.

Si parla sempre di più di inondazioni, caldi estremi, inverni sottoposti ad enorme piovosità ed estati completamente secche, caratterizzate da una siccità mai vista prima.

Sono tante le aree del mondo rovinate e distrutte da danni provocati dal cambiamento climatico, aree dove l’unica possibilità rimasta è quella di cercare di risolvere, nel migliore dei modi, danni causati proprio da noi umani.

Ma le problematiche ambientali non terminano qui.

Ci sono zone della Terra che non vengono considerate più di tanto, ma che in realtà hanno un grande peso sulla salute ambientale dei nostri tempi.

Vediamo di cosa si tratta.

Cambiamento climatico al giorno d’oggi

Un pascolo in mezzo ad una foresta per indicare una delle cause del cambiamento climatico.

Il cambiamento climatico comporta un elevato surriscaldamento della superficie terrestre che causa un pericoloso scioglimento dei ghiacciai.

Uno scioglimento che ormai, nel 2024, non avviene solo a basse altitudini, ma anche ad altezze molto elevate.

Le cause principali del cambiamento climatico le conosciamo fin troppo bene e comprendono:

  1. Alte emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera che portano ad un aumento estremo delle temperature;
  2. Intensa attività di combustione dei combustibili fossili che produce un’elevata quantità di elementi e acidi (per esempio acidi solforici e acidi carbonici) che peggiorano la qualità dell’atmosfera e quindi dell’aria che respiriamo ogni giorno;
  3. Aumento delle attività di deforestazione attraverso le quali perdiamo sempre più volume di foreste e quindi di aree fondamentali per la nostra sopravvivenza (ricordiamoci che le foreste sono formate da alberi e gli alberi sono la nostra prima e UNICA possibilità di respirare, e quindi sopravvivere, sulla Terra!).

In questa situazione tanto pericolosa per tutte le specie in natura, la variazione dell’estensione dei ghiacciai durante i vari decenni, è una condizione molto importante per noi umani. 

È infatti una dimostrazione osservabile e inequivocabile per comprendere a pieno la direzione che sta prendendo il riscaldamento globale.

È vero che la maggior parte delle masse glaciali montane si sono sempre ritirate negli anni,

a partire dalla fine della Piccola Era Glaciale

(quindi dal 1300 fino al 1800),

ma è anche vero che in anni più recenti queste masse glaciali hanno iniziato a sciogliersi a velocità mai viste prima!

Facciamo qualche esempio:

  1. Tra il 1850 e il 1980 i ghiacciai delle Alpi europee hanno perso circa un terzo della loro superficie totale;
  2. Dal 1980 circa il 30% del ghiaccio globale si è sciolto.

Non possono essere quantità “naturali” queste, non pensate?

Diverso ghiacciaio, diverso comportamento

Tanti ghiacciai di dimensioni differenti.

I ghiacciai, davanti al cambiamento climatico e all’aumento della temperatura globale, non si comportano tutti allo stesso modo.

Ci sono alcuni fattori che influenzano la capacità di un determinato ghiacciaio di sopportare, più o meno, i cambiamenti ambientali.

Questa sensibilità dei ghiacciai dipende, ad esempio, dalla massa glaciale della regione ghiacciata, ma anche dai tassi di variazione di massa. 

È importante infine fare una distinzione del contesto climatico all’interno del quale il ghiacciaio si trova: è un ghiacciaio marittimo o un ghiacciaio continentale?

Eh si, perché esiste una grande differenza tra queste due tipologie. 

Il ghiacciaio marittimo, rispetto a quello continentale, tende a sciogliersi più rapidamente.

Questo è causato dal fatto che il ghiacciaio marittimo è esposto a temperature più alte e a una concentrazione di sali maggiore dell’ acqua oceanica,

rispetto al ghiacciaio continentale,

e la concentrazione del sale influenza notevolmente il punto di congelamento dell’acqua.

In parole più semplici:  più sale è presente nell’acqua e più velocemente il ghiaccio si scioglie!

Comunque, la differenza nella velocità dello scioglimento dei ghiacciai non è causata solo dalla vicinanza al mare.

Un altro fattore molto importante infatti è la dimensione del ghiacciaio!

Le masse di ghiaccio più piccole sono molto più sensibili al cambiamento climatico

e tendono così a sciogliersi con maggiore facilità rispetto a masse ghiacciate di dimensioni più grandi.

Tra i ghiacciai di dimensioni più ridotte possiamo ritrovare,

ad esempio,

quelli dell’Europa centrale, della Scandinavia, del Caucaso e del Medio Oriente.

Queste sono le regioni che perderanno definitivamente l’intera massa di ghiaccio una volta che le temperature riusciranno a superare i 3°C a causa del riscaldamento globale!

Se ti interessano le questioni ambientali e ti piace saperne di più sull’ambiente naturale passa a trovarmi: parleremo insieme di ecosistemi, natura, sostenibilità e molto altro!

Ambienti periglaciali e cambiamento climatico

Il permafrost che si scioglie a causa del cambiamento climatico.

Ma parliamo anche degli ambienti periglaciali.

Questi sono ambienti che si sviluppano ai margini delle aree del ghiacciaio vero e proprio.

Quindi parliamo di quelle aree che non presentano quantità e volumi molto elevati di ghiaccio,

a differenza delle aree di ghiacciaio vero e proprio,

ma rimangono pur sempre aree sottoposte ad un forte raffreddamento.

Bene, sulla superficie di queste aree possiamo (e dovremmo in realtà) ritrovare il permafrost!

Questo è un terreno specifico soprattutto delle zone molto fredde come Siberia e America settentrionale.

Queste infatti sono quelle zone del pianeta dove troviamo temperature estreme e dove quindi il suolo tende a rimanere perennemente ghiacciato

(o così dovrebbe).

Il permafrost è un elemento molto importante in queste zone

perché al di sotto di questo strato il suolo è formato soprattutto da roccia e detriti,

cioè da tutti quegli elementi che rendono il suolo instabile e non del tutto compatto.

Quindi la funzione del permafrost è proprio quella di stabilizzare il suolo e fare da collante di pendii naturalmente instabili.

Ma cosa succede con il cambiamento climatico?

Ovviamente,

essendo uno strato più o meno spesso di ghiaccio,

nel momento in cui le temperature aumentano,

lo strato di permafrost inizia a sciogliersi.

E indovinate un pò:

l’ambiente glaciale perde così tutta la sua stabilità,

il terreno tenderà a crollare,

si formeranno nuovi laghi

e aumenterà ancora di più l’erosione delle rocce.

Ma non finisce qui!

Il permafrost è uno strato di ghiaccio che si accumula da secoli in una determinata area.

In questo modo,

in tutto questo tempo,

è stato in grado di accumulare una grande quantità di virus e sostanze inquinanti che abbiamo, ovviamente, prodotto noi.

Cosa potrà mai succedere al nostro pianeta se tutto il permafrost dovesse sciogliersi?

Vogliamo veramente scoprirlo?

I ghiacciai nel mondo

Il ghiacciaio dell'Islanda.

Le variazioni di temperatura di cui sentiamo parlare così spesso hanno una grande influenza sulla perdita di massa dei ghiacciai di tutto il mondo.

È stato stimato infatti che aree del mondo

come Canada occidentale,

Stati Uniti,

Asia meridionale,

Medio Oriente

e Nuova Zelanda

perderanno dal 60 al 100% della massa dei loro ghiacciai entro la fine del nostro secolo.

Tutte queste regioni non contribuiscono in maniera diretta alle varie conseguenze dello scioglimento dei loro ghiacciai come può essere l’innalzamento del livello del mare,

però è importante comprendere come la perdita di una quantità così elevata di massa ghiacciata obbligherà tutte le popolazioni interessate a cambiare le loro abitudini quotidiane. 

Una perdita così importante di ghiaccio sul pianeta porterà sicuramente ad un improvviso aumento di acqua che andrà poi a diminuire drasticamente intorno al 2050.

È come prendere l’acqua da un pozzo chiuso con una pompa:

all’inizio l’acqua sarà molta e nessuno avrà problemi idrici anzi, probabilmente la quantità di acqua sarà anche troppa.

Ma quando l’acqua nel pozzo sarà finita?

Dove si potrà andare a prendere altra acqua?

Ecco, una volta svaniti nel nulla TUTTI i ghiacciai della Terra, dove andremo a prendere la nostra primaria e vitale risorsa?

Chissà!

Il punto è che questo scenario non è così tanto lontano da noi, in fondo.

Diversi studi hanno sviluppato alcune possibili ipotesi negli anni e hanno rivelato una situazione agghiacciante!

Si prevede infatti che tutte le regioni perderanno completamente alcuni ghiacciai.

E questo è certo!

Perderemo prima di tutto i ghiacciai di dimensioni più piccole per poi arrivare comunque a perdere i ghiacciai più grandi presenti sulla Terra.

Ghiacciai alpini

Una catena di montagne che rappresentano i ghiacciai alpini che sono sottoposti a cambiamento climatico.

Gli ambienti alpini sono tra le zone della Terra più vulnerabili ai cambiamenti climatici.

E questa vulnerabilità è causata anche dal fatto che in queste aree sono tante le attività antropiche (umane) svolte durante l’anno.

Già dagli ultimi anni del 1800  la temperatura media annua nelle regioni alpine è aumentata di circa 2°C, cioè più del doppio della media globale.

E già così la situazione è abbastanza critica!

Ma purtroppo la degradazione dell’ambiente alpino non finisce qui.

È infatti stimata un possibile aumento delle temperature nella zona alpina nei prossimi decenni, che porterà a situazioni veramente drastiche:

  1. I ghiacciai si scioglieranno definitivamente;
  2. Il limite massimo lungo il quale poter ritrovare la neve si alzerà, e questo significa che le zone dove potremo ritrovare la neve si ritroveranno sempre più in alto lungo l’ambiente montano. Insomma, non riusciremo più a vedere la neve dalle nostre case nel nord Italia, ma dovremo superare almeno i 3000 metri di altezza;
  3. Diversi habitat verranno del tutto persi e con loro tutte le specie collegate;
  4. La disponibilità dell’acqua diventerà molto bassa e dovremo iniziare a lottare per la nostra sopravvivenza in maniera sempre più dura.

Già dal 1980 sono stati studiati i ghiacciai tramite l’uso di dati satellitari che hanno rivelato una forte accelerazione del ritiro dei ghiacciai,

sottolineando persino un tasso di velocità di ritiro ben sette volte superiore al periodo che va dal 1850 al 1973 (e parliamo di ben 123 anni!).

Dunque,

se i ghiacciai dovessero continuare a seguire questo andamento di ritiro

(cosa che in effetti stanno facendo)

nel giro di pochi decenni tutta la regione alpina perderebbe l’area ghiacciata nella sua totalità!

Ghiacciai italiani

Un ghiacciaio italiano completamente sciolto a causa del cambiamento climatico.

Negli ultimi decenni anche i ghiacciai italiani sono andati incontro a tutte le problematiche ambientali evidenziate finora.

Confrontando infatti la superficie ghiacciata totale nei primi anni del 1960 con la superficie ghiacciata totale del 2015,

è risultato evidente come la superficie totale dei ghiacciai italiani si sia ridotta di circa il 30%.

E anche qui,

come per tutti i ghiacciai del pianeta Terra,

le zone influenzate per prime dal cambiamento climatico sono state proprie quelle caratterizzate da piccoli ghiacciai,

quindi quei ghiacciai con una superficie che non supera il km ².

È da tener presente che ghiacciai di queste dimensioni,

nel nostro Paese,

ricoprono ben l’80% del territorio alpino!

Ma vediamo adesso qualche esempio nello specifico di ghiacciai italiani.

Monte Bianco

Il Monte Bianco.

Primo fra tutti c’è il Monte Bianco in Valle d’Aosta.

Questo ghiacciaio,

durante l’anno 2021-2022 è andato incontro ad un importante assottigliamento,

soprattutto nelle zone di altitudini inferiori ai 3000 metri.

Non che le zone al di sopra dei 3000 metri non siano state influenzate dal cambiamento climatico, anzi!

È stato dimostrato come al di sopra dei 3000 metri, infatti, ben 3 – 4 metri di ghiaccio sono stati persi in un solo anno.

Parliamo quindi di valori ben 15 volte superiori rispetto alla perdita di ghiaccio avvenuta nei nove anni precedenti.

Tutte queste informazioni e questi valori così tanto alti di perdita del ghiacciaio ci danno modo di capire come il ghiacciaio del Monte Bianco sia direttamente influenzato dal cambiamento climatico

e come sia facile,

per questa area,

perdere completamente il ghiacciaio nel giro di pochi anni.

Val di Fumo

Il ghiacciaio di Val di Fumo.

Un altro ambiente glaciale di estrema importanza è Val di Fumo, in Trentino.

Il ghiacciaio presente in quest’area ha iniziato ad estendersi durante la Piccola Era Glaciale,

andando a coprire il 17,60% della superficie totale del Gruppo dell’ Adamello

(parliamo di un massiccio montuoso che si estende da Brescia fino a Trento, con la cima più alta che è appunto l’ Adamello).

I ghiacciai di questa zona hanno iniziato a ritirarsi già a partire dalla fine della Piccola Era Glaciale,

perdendo già a quell’epoca tante piccole zone glaciali isolate.

In seguito, però,

la perdita di massa glaciale non si è mai bloccata,

ma negli anni,

e in seguito allo sviluppo delle attività umane e all’aumento della temperatura globale,

il ghiacciaio ha iniziato a perdere sempre più massa con sempre maggiore velocità!

I primi a perdere massa sono stati proprio i ghiacciai di piccole dimensioni intorno al grande ghiacciaio di Val di Fumo,

ma successivamente anche il ghiacciaio di dimensioni più grandi non è riuscito a contrastare gli effetti così tanto importanti del cambiamento climatico.

Ad oggi,

valutando la velocità con la quale il ghiacciaio si sta ritirando,

possiamo dire con certezza che nei prossimi decenni perderemo del tutto questo ambiente ghiacciato così tanto sensibile.

Cambiamento climatico e ghiacciai: quando il rapporto si fa complicato

Una città inondata da un fiume a causa del cambiamento climatico.

Il cambiamento climatico sta influenzando le nostre vite ormai da diversi anni,

e più andiamo avanti più questa influenza si fa presente nella nostra quotidianità.

Notiamo tutti i giorni i cambiamenti improvvisi del tempo nelle nostre città,

è evidente ormai a tutti noi l’assenza praticamente totale di un sano freddo invernale,

ed è ancora più evidente il caldo irrespirabile estivo e il caldo innaturale invernale.

Ogni giorno abbiamo sotto gli occhi il degrado ambientale che abbiamo creato proprio noi con le nostre stesse mani.

Ma ci sono anche tanti altri angoli del pianeta Terra che non consideriamo mai perché troppo presi dai cambiamenti e dai disagi a noi più vicini.

Ma siamo del tutto sicuri che questi disagi che proviamo tutti i giorni

(o quasi)

non siano dovuti anche a situazioni ambientali un pò più lontane da noi e che non vediamo con i nostri occhi direttamente?

Io non sarei così tanto sicura.

Guardiamo ai ghiacciai infatti: un ghiacciaio si scioglie, e l’acqua dove va?

Nei fiumi,

in laghi,

arrivando al mare.

Ed ecco le inondazioni!

E questo è solo uno dei tanti esempi.

Ma ne parleremo e approfondiremo anche questo aspetto degli ambienti ghiacciati non così tanto conosciuti.

Per ora,

Alla prossima chiacchierata EcoWarriors!

Di Zoe

Sono una divulgatrice e guida ambientale appassionata. Creatrice di EcoHorizon, condivido articoli su ambiente, novità scientifiche, pratiche ecosostenibili, piante e animali. Quando non sono impegnata a scrivere, conduco escursioni e workshop per avvicinare le persone alla natura. Seguimi su EcoHorizon per scoprire come possiamo proteggere e preservare il nostro pianeta insieme!

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