Una città intera sottoposta a inquinamento atmosferico.

Un inquinamento atmosferico non così tanto inatteso

L’inquinamento atmosferico è un argomento di cui stiamo sentendo parlare tanto in quest’ultimo periodo, 

in particolare in relazione ad una delle tante città italiane.

Milano.

Ma come mai ne sentiamo parlare così tanto?

È davvero un disastro ambientale nuovo e del tutto impensabile fino a qualche settimana fa?

Quanto è pericoloso per noi umani questo inquinamento?

E soprattutto, quali sono state le cause che hanno portato a tutto questo?

Scopriamolo qui di seguito.

Una minaccia fin troppo conosciuta

Una città sottoposta a inquinamento atmosferico.

L’inquinamento atmosferico sembrerebbe essere una minaccia ormai fin troppo pressante per tutti noi umani e non solo.

In diverse regioni italiane le concentrazioni di inquinanti nell’aria sono arrivate a superare i limiti di sicurezza stabiliti dalle autorità sanitarie e ambientali.

E diciamocela tutta:

questi limiti vengono ormai superati REGOLARMENTE da tante, troppe,  regioni italiane!

A  Milano, per esempio, l’inquinamento atmosferico è stato valutato come il solo ed unico fattore di rischio per la salute dell’intera popolazione locale.

E a ben dire… direi:

l’ultimo picco di inquinamento atmosferico,

solamente a Milano sia chiaro,

ha raggiunto ben 118 microgrammi per metro cubo di PM2.5 e ben 136 di PM10,

toccando quindi livelli di PM mai visti dopo il mese di gennaio 2017.

E adesso la fatidica domanda

Una meteorologa che spiega l'inquinamento atmosferico degli ultimi anni.

Vorreste farci credere sul serio che nessuno,

ma proprio nessuno, sulla faccia della Terra,

si aspettasse di ritrovarsi in questa situazione prima o poi?

Nessuno ha mai neanche lontanamente immaginato di potersi ritrovare soffocato da polveri sottili ed altre schifezze varie?

Ovviamente si!

Quello degli ultimi mesi non è sicuramente un episodio inaspettato ma anzi,

era stato chiaramente previsto da meteorologi che avevano persino evidenziato la necessità di affrontare in maniera concreta questo problema.

Inoltre,

noi continuiamo a trattare l’argomento come se fosse UN singolo episodio tragico avvenuto nel mese di febbraio ma…

Non è andata proprio così!

Una cartina dell'Italia decorata conedifici, barche e piante.

L’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha rivelato infatti che durante il mese di gennaio, la Pianura Padana ha raggiunto e superato la soglia critica di inquinamento ambientale ben 50 VOLTE…

in un solo mese!

Ma andiamo ancora più indietro e arriviamo al 2023.

Durante il corso di questo anno,

ben 18 città italiane hanno raggiunto il record di città con un tasso di inquinamento atmosferico indecente,

e non solo perché hanno superato il limite di smog, ma anche e soprattutto perché lo hanno sforato per ben 70 giorni consecutivi.

2 mesi e mezzo di inquinamento ambientale continuo, costante e al di sopra della soglia possibile non per 1 o 2 città… ma per DICIOTTO città italiane!

(Da tener presente che secondo le direttive dell’Unione Europea, le concentrazioni di particolato PM10 superiori a 50 microgrammi per metro cubo non possono essere superate per più di 35 giorni all’anno).

A causa di questo enorme disastro a cui stiamo assistendo ormai da anni 

(e non da un mese)

in più zone d’Italia

(e non solo a Milano o Pianura Padana)

La regione Lombardia ha deciso di prendere delle misure cautelari, tra le quali ritroviamo:

  1. Divieto di combustioni e fuochi all’aperto;
  2. Limitazioni alla circolazione del traffico per veicoli più inquinanti;
  3. Divieto di mantenere temperature superiori a 19°C nelle abitazioni e nei locali commerciali.

Inquinamento atmosferico e le sue micropolveri

Un ammasso di polveri di colori diversi immersi su sfondo viola.

Quando parliamo di inquinamento dell’aria, cosa intendiamo effettivamente?

Quando sentiamo parlare dell’inquinamento atmosferico sentiamo spesso il termine “micropolveri”:

è il termine che utilizziamo per riferirci normalmente al particolato,

quindi a tutte quelle sostanze solide e liquide sospese nell’aria che hanno un diametro che arriva al massimo a mezzo millimetro, non di più.

Quindi parliamo di micropolveri!

È importante però fare una distinzione, perché in realtà queste micropolveri possono essere sia di origine naturale sia di origine antropica.

Quelle di origine naturale sono soprattutto i pollini,

mentre quelle di origine antropica comprendono tutte quelle sostanze minuscole che vengono prodotte da attività umane come i gas di scarico dei veicoli, gli impianti industriali e il traffico quotidiano.

Quindi,

le microparticelle di cui parliamo in questo caso sono soprattutto quelle antropiche.

Insomma tutte quelle particelle che in natura, senza tutte le nostre attività industriali e quotidiane, non verrebbero mai create!

Se hai un interesse per le questioni ambientali torna a trovarmi: ogni settimana parleremo di sfide ambientali e di come poterle superare insieme!

Non solo macchine e industrie

Una macchina.

Quindi le cause che hanno portato a questo enorme inquinamento da particolato sono in realtà ben note da tempo e abbastanza comprensibili. 

Parliamo sicuramente delle enormi quantità di veicoli di qualsiasi tipo,

in particolare motori a diesel e a benzina,

che utilizziamo giorno e notte e di cui sembra non possiamo proprio farne a meno.

Ma dobbiamo dare importanza anche all’enorme inquinamento che produciamo quotidianamente tramite i nostri tanto calorosi termosifoni e, ovviamente, nei nostri sempre presenti allevamenti intensivi.

E quando all’inquinamento si aggiunge l’orografia?

Una valle molto bassa circondata ovunque da montagne.

Ma qual’è il motivo per il quale si parla tanto della Lombardia e della Pianura Padana se sono veramente tante le regioni in Italia sottoposte a questo problema?

Premettendo che qualsiasi PM10 e PM2.5,

in qualsiasi punto sul pianeta Terra sia del tutto deleterio per noi umani e per tutti gli esseri viventi,

la composizione chimica del particolato atmosferico varia notevolmente in base alla sua origine.

Detto in parole più umane?

Le polveri che provengono dalle zone costiere hanno delle proprietà differenti rispetto alle polveri provenienti, ad esempio, dalla Pianura Padana.

Quest’area, infatti, essendo circondata dalle Alpi a nord e dagli Appennini a sud, è una vera e propria conca di accumulo naturale di tutti gli agenti inquinanti prodotti dalle varie industrie e abitazioni.

L’aria tende a circolare molto poco ed il suo ricircolo tende ad essere bloccato in tutta la Pianura Padana.

Per questa impossibilità di ricircolo di aria, i gas inquinanti

(prodotti dalle nostre solite attività)

ristagnano sempre nella stessa zona e nella stessa aria per molto tempo trasformandosi in qualcosa di molto più dannoso dell’aria già inquinata

(assurdo eh?!)

E noi siamo obbligati così ad imporre delle misure di sicurezza per evitare di rimanere soffocati uscendo di casa!

Tutto ciò è evidente soprattutto nei periodi di grande siccità,

quando per settimane intere non viene giù nemmeno una goccia di pioggia, e le temperature tendono a rimanere sopra la media stagionale

(situazione che ormai negli anni sta diventando la “normalità”).

Allo stesso tempo si creano situazioni drastiche anche durante l’inverno,

proprio a causa delle nostre azioni quotidiane:

in questa stagione ripieghiamo sul riscaldamento domestico tutti i giorni (o quasi),

e questa attività porta ad un aumento delle concentrazioni di particolato.

Particolato e non solo

Tante particelle che volano in aria a rappresentare l'inquinamento atmosferico.

Di particolato l’aria ne è piena. 

E lo è sempre stata!

Il problema dei giorni nostri sono le dimensioni.

L’aria è così tanto tossica per noi viventi per la presenza di due tipologie di particolato che creano tantissimi danni al nostro organismo.

Parliamo di PM10 e PM2.5, cioè due tipi di particolato che hanno diametri inferiore di 10 micrometri e di 2.5 micrometri rispettivamente.

Le PM10, un poco più grandi, sono particelle in grado di raggiungere con facilità le vie respiratorie superiori (naso, bocca, faringe e laringe),

mentre le PM2.5, che sono ancora più piccole, raggiungono direttamente le profondità dei polmoni causando gravi infiammazioni e danni cronici al nostro organismo.

Il problema ancora più grave, però, è che nell’aria non si trovano liberi di circolare solo questi due elementi (già abbastanza deleteri per tutti noi),

ma a braccetto con questi vanno molti gas nocivi.

Quali in particolare?

  • Il biossido di azoto prodotto soprattutto dai motori diesel;
  • L’ozono che si forma da reazioni chimiche dove il protagonista principale rimane il biossido di azoto;
  • Gli IPA;
  • Il monossido di carbonio (CO)
  • L’anidride carbonica (CO2)

Tutti questi gas, di cui non si parla mai abbastanza, non sono proprio dei santi in confronto ai PM, anzi!

Il biossido di azoto e l’ozono sono le principali cause di irritazioni dell’apparato respiratorio, soprattutto per persone già affette da asma.

Gli IPA sono considerati dei pericolosi cancerogeni, mentre monossido di carbonio e anidride carbonica sono i maggiori responsabili dell’effetto serra e del cambiamento climatico.

Non male, no?!

Azioni a breve termine? Non bastano!

Una casa a tema invernale con sopra e a terra tante foglioline ingiallite cadute dagli alberi.

In queste ultime settimane in Lombardia si sono sentite spesso diverse “circolari” che raccomandavano i cittadini di proteggere la propria salute tramite varie azioni:

  1. Evitare l’esercizio fisico all’aperto;
  2. Chiudere le finestre in casa;
  3. Indossare mascherine all’aperto;
  4. Utilizzare purificatori in casa.

Ma, diciamocelo: può essere vita questa?

Quanto si potrebbe andare avanti in questo modo?

Queste possono anche essere delle precauzioni da utilizzare una tantum in casi estremi,

ma dobbiamo pur ammettere che non possono essere queste le modalità di recupero e di ripristino di una condizione di salute umana e ambientale decente!

È necessario invece un approccio integrato su più fronti. 

È fondamentale orientare le decisioni e le azioni concrete ad una visione più ecologica 

e per carità… 

… che siano delle azioni a lungo termine!

  • Decarbonizzare il settore dei trasporti;
  • Ridurre le emissioni derivanti dal riscaldamento domestico e dagli allevamenti intensivi;
  • Estendere l’adozione delle energie rinnovabili e delle tecnologie pulite a tutti i settori;
  • Ridurre le emissioni di gas serra

Sono solo alcune delle azioni che ormai siamo obbligati a svolgere per non doverci ritrovare, tra qualche mese, in una situazione peggiore rispetto a quella attuale!

Un drastico inizio o un tossico finale?

Una ragazza che legge le ultime notizie sull'inquinamento atmosferico sul quotidiano.

Il grande seguito che ha avuto la notizia dell’inquinamento milanese è sicuramente un aspetto molto positivo:

lascia intendere che le persone si stanno svegliando e stanno prendendo sul serio la grande problematica ambientale che ci affligge ormai da anni.

Ma non lasciamo che rimanga una delle tante notizie flash finite poi nel dimenticatoio senza alcuna reale azione significativa successiva.

Non era una novità, 

non era una situazione del tutto inaspettata, 

ma anzi, sapevamo già da diverso tempo che l’aria, in tutta Italia e sul pianeta Terra nella sua totalità

(Milano non è quindi assolutamente un caso unico e particolare come si vuole credere),

è in crisi, inquinata e tossica come non lo è mai stata nei decenni passati.

Ma va bene, 

prendiamo questa notizia,

indigniamoci come meglio crediamo.

Poi rimbocchiamoci anche le maniche!

Questo non è nulla a confronto di ciò che potrebbe essere,

ma solo un drastico inizio.

Alla prossima, seppur brutale, notiziona EcoWarriors!

Inquinamento atmosferico: cos’è, cause e conseguenze.


Commenti

3 risposte a “Un inquinamento atmosferico non così tanto inatteso”

  1. […] favorendo quindi anche l’inquinamento atmosferico, […]

  2. […] Il settore dei trasporti è da tempo una delle principali cause dell’inquinamento atmosferico. […]

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