Primo piano di un orso bruno.

L’orso bruno è ormai un vero e proprio simbolo del lato più selvaggio del territorio italiano.

È sicuramente un animale affascinante che fa crescere in noi un grande senso di curiosità.

Ma se la passa veramente bene come pensiamo? 

Oppure, nelle attività di conservazione, c’è qualche piccolo dettaglio da dover migliorare?

Vediamo insieme cosa sta succedendo alla vita (tutta italiana) di questa meravigliosa specie.

Il temibile comportamento dell’orso bruno

In media un orso bruno maschio pesa circa 300 kg.

Sicuramente un peso e una grandezza che in noi umani provoca un grande senso di impotenza e paura…

più che giustificata direi!

Ma se vi dicessi che l’orso, di per sé, non è assolutamente un animale aggressivo?

E se vi dicessi anche che può diventare aggressivo, ma solo in casi particolare come, per esempio, quando e se si sente minacciato?

Non vi ricorda un poco il modo di reagire umano?

Non siamo anche noi suscettibili alle minacce, preoccupazioni o pericoli che siano?

E soprattutto, se ci sentiamo minacciati e abbiamo al seguito i nostri “cuccioli” non andiamo anche noi su tutte le furie?

Bene,

è esattamente quello che fanno anche questi imponenti animali!

Nulla di più!

Inoltre, mi preme anche sottolineare il fatto che statisticamente parlando, in Europa, attacchi mortali degli orsi sugli esseri umani sono VERAMENTE TANTO rari!

Quegli ultimi aggressivi eventi italiani

Due orsi che camminano sulla sponda di un fiume

Parlando solo dell’Italia,

le uniche regioni che presentano popolazioni di orsi sono

il Trentino e l’Abruzzo,

e dobbiamo anche ammettere che durante gli ultimi anni,

in Trentino, gli incontri tra esseri umani e orsi sono aumentati, 

e si: alcuni di questi incontri sono terminati con delle aggressioni segnalate.

Uno degli ultimi eventi,

che ha fatto veramente tanto scalpore,

è quello avvenuto qualche giorno fa a Trento, che ha portato successivamente all’uccisione 

(odio il termine “abbattimento”, non me ne vogliate ma credo non ci sia alcun senso logico nel non ammettere e quindi chiamare con il proprio nome le azioni che svolgiamo) 

di un CUCCIOLO di orso 

(M90… manco fosse un mouse per pc)… 

di soli DUE ANNI E MEZZO.

Ma vediamo bene nel dettaglio gli eventi.

Possiamo in un certo senso ammettere che il destino del cucciolo fosse segnato già dal 2023,

anno durante il quale gli è stato inserito al collo un radiocollare con l’obiettivo di monitorare le sue attività.

È così che il giorno 6 febbraio 2024,

in seguito a diversi monitoraggi che lo hanno identificato mentre girava vicino a località abitate oppure mentre seguiva intenzionalmente degli escursionisti,

l’orso bruno di soli 2 anni e mezzo è stato ucciso per decreto del presidente della provincia di Trento.

L’importanza di conoscere l’altro

Ora, non ho nessuna intenzione di scrivere l’ennesimo articolo su quanto penso sia disumano e assurdo levare la vita ad un essere vivente a sangue freddo.

Anche perché dopo nemmeno un’ora dall’uccisione di Sonny 

(perché si, aveva un maledetto nome decente che non era quello della marca di un mouse per pc)

il web era già pienamente sovraccarico di giudizi, commenti e maledizioni varie.

Quindi no, non voglio fare questo anche io.

Non voglio continuare a prendermela con le autorità facendo discorsi sull’incapacità di provare sentimenti e comprendere anche vite differenti da quella “umana” 

(sempre se di “umanità” si possa parlare in questi ultimi anni… ho i miei dubbi a riguardo).

Oggi sono qui,

sulla scrivania nella biblioteca del mio paese,

a buttare giù un articolo nella speranza di poter raccontare cosa c’è dietro una specie tanto temuta e osannata come è ormai l’orso bruno.

Ma, allo stesso tempo, vorrei anche dare qualche spunto sui modi con cui noi umani potremmo 

(e dovremmo) 

ricominciare a convivere con altre vite.

(Si okay effettivamente non siamo in grado di convivere sotto lo stesso cielo con altre civiltà UMANE senza fargli guerra solo perché… cosa?… perché ammazziamo continuamente?)

Impariamo a conoscere le meraviglie del mondo naturale e scopriamo insieme quanto è meravigliosamente vario il mondo intorno a noi!

Ma torniamo a noi

Parleremo delle abitudini dell’orso bruno e del suo modo di vivere,

ma prima vi voglio fare una domanda e spero (veramente SPERO) che qualcuno possa un giorno rispondermi.

Hanno deciso di uccidere Sonny con un proiettile calibro 300 a espansione, senza narcotizzarlo.

Ora,

io non ne so assolutamente nulla di armi e proiettili vari,

Un orso che cammina su un prato

ma facendo un piccolo studio su questo proiettile è facile capire come sia stato creato con il solo obiettivo di provocare delle profonde ferite agli organi interni.

Dolorose… e lente.

Tralasciando il fatto che probabilmente entriamo persino nel penale:

l’utilizzo di armi da fuoco di questo tipo sono un reato secondo il codice penale italiano,

(ah si giusto scusate, non parliamo di umani… ma di bestie, quindi tutto è lecito… giusto?!)

adesso,

magari il mio sistema nervoso ormai è in tilt e non riesco a collegare fatti e situazioni, 

cause ed effetto,

ma la domanda mi sorge spontanea: 

cosa avrà mai fatto questa povera bestia di così tanto tremendo da meritarsi delle sofferenze così tanto gravi e prolungate?

Se dovevano ucciderlo per forza 

(cosa di cui comunque dubito… ma ripeto: idee mie ci mancherebbe)

non potevano ricorrere a dei mezzi un poco meno “sofisticati” e dargli una botta secca?

(Scusate per i miei termini EcoWarriors, ma credo che in alcuni casi girare intorno al problema non abbia alcun senso: termini chiari e secchi su questo argomento).

Detto ciò mettiamo per un momento da parte il nostro disprezzo nei confronti delle scelte fatte a discapito della vita di un altro essere vivente e cerchiamo invece di comprendere come vivono queste specie di cui tanto si parla ultimamente.

La stagionalità di un orso bruno…

L’orso bruno viene classificato come carnivoro, ma in realtà è più che altro un animale onnivoro con una dieta più che varia.

Nello stesso Trentino, ad esempio, più del 60% del cibo dell’orso è costituito da vegetali.

Anche se comunque, a seconda delle stagioni, l’orso può accompagnare il suo pasto principale a base di vegetali con un contorno di insetti come formiche e api.

Solo in casi eccezionali possono ripiegare su resti di animali morti.

(Dove è l’uomo in tutto questo? Forse direttamente nello stomaco dell’orso e nessuno se ne è accorto? Bah!)

In primavera l’orso si nutre soprattutto di germogli, foglie, gemme e frutti maturi.

D’estate aumenta invece il consumo di erba, foglie, frutta selvatica e insetti, tanto che formicai e nidi di vespe in questa stagione sono presi d’assalto da questi grandi ammassi di pelo.

Formicai e nidi di vespa… non umani e abitazioni cittadine.

Così, per dire!

Ma tranquilli, nemmeno durante l’inverno e l’autunno l’orso diventa attratto dalla carne umana. Anzi!

L’autunno diventa un periodo molto critico per l’orso in quanto si avvicina il momento dell’ibernazione.

Quindi,

per cercare di andare in letargo con la pancia più piena possibile,

l’orso varia ancora di più la sua dieta, che da questo momento in poi comprenderà anche mele, pere, mais e frutta secca ad alto contenuto calorico.

Insomma,

il più grande torto che fa a noi umani è levarci un pò di quella frutta secca con cui ci piace ingozzarci durante le cene natalizie.

Ma veramente ce la vogliamo prendere così tanto per un pò di noci?

… e la sua quotidianità

Il primo piano di un orso

L’orso bruno tende a seguire uno schema di attività giornaliera abbastanza irregolare.

Ma è anche vero che questo suo comportamento cambia molto quando la popolazione si trova nelle vicinanze di regioni densamente popolate come possono essere le nostre in Europa.

In queste zone, infatti, l’orso tende ad essere particolarmente attivo soprattutto di notte, al crepuscolo e all’alba.

Durante il giorno, invece, tende a muoversi soprattutto lungo versanti ripidi e inaccessibili, cercando proprio di evitare noi umani…

pensate un pò!

Inoltre, dopo la sua passeggiatina mattutina 

(che non dura mai troppo… è abbastanza pigro)

dedica tutta la sua giornata al riposino diurno, scegliendo delle aree con fitta vegetazione,

scavando spesso delle piccole fosse nel terreno,

oppure progettando dei “letti” di foglie comodi per il suo riposo.

(Insomma, Winnie the Pooh non ci è andato così tanto lontano!).

D’estate le sue giornate sono ancora più lente:

fa caldo… tanto caldo per tutto quel pelo che si porta dietro!

Quindi cosa fa durante il giorno?

DORME!

Inizia a muovere i primi passi della giornata nelle ore serali e si muove in cerca di cibo durante la notte,

periodo durante il quale, comunque, dedicherà parte del tempo a dormire perché “sia mai mi muovo troppo! Poi chi mi va a cercare da mangiare all’alba?”

L’orso bruno è anche un nuotatore professionista,

e nei mesi più caldi passa diverso tempo a galla in ruscelli, torrenti o laghi alpini per rinfrescarsi

Un educativo rapporto materno

Ci sono comunque alcuni individui all’interno della popolazione di orsi che sono un poco più “frizzantini”,

e questi sono ovviamente le femmine con cuccioli.

Più che giustificato direi!

Ma comunque, per quanto più su di giri del normale,

anche le mamme con i piccoli si fanno la vita loro senza disturbare niente e nessuno.

Insieme ai loro piccoli, infatti, abbandonano per ultime il ricovero invernale per andare comunque a frequentare delle zone poco accessibili a chiunque (quindi anche all’uomo) e limitando gli spostamenti con la prole al seguito.

Per i piccoli, questo periodo in compagnia della madre è fondamentale per la loro crescita:

imparano ad evitare i pericoli seguendo l’esempio materno,

ma anche a procurarsi il cibo in quanto la madre non porta loro da mangiare ma li educa e li conduce nei luoghi di alimentazione per dar modo a loro direttamente di procurarsi le risorse necessarie.

Il ciclo annuale dell’orso, quindi, segue un ritmo naturale ben scandito,

con l’ibernazione invernale come momento per conservare le risorse,

e la ricerca alimentare estiva per l’accumulo di queste risorse.

Il loro unico scopo è quindi quello di arrivare ad essere abbastanza “grassocci” alla fine dell’estate per poter sopportare la lunga dormita invernale senza doversi “alzare dal letto” ogni 8 ore per la colazione!

Niente di più!

Come un orso bruno può diventare nostro amico

Dobbiamo ammettere però che trovarsi davanti ad 1 metro e mezzo di carne e pelo bruno non è sicuramente una delle migliori sensazioni al mondo!

Avete ragione!

Ma ci sono delle piccole chicche da seguire per non farsi prendere dal panico e non creare situazioni che potrebbero portare a dei danni irreparabili.

Sicuramente la prima cosa da fare è cercare di mantenere la calma: gridare e fare movimenti bruschi potrebbe spaventare l’orso.

Un orso immerso in mezzo agli alberi

È molto importante, per esempio, parlare a voce alta, proprio per far capire all’animale che siamo degli esseri umani e NON UN PASTO PER LORO.

Quando un orso si alza in piedi ed inizia ad annusare l’aria, non è per forza un segno di aggressività, ma sta più che altro cercando di capire chi e cosa c’è intorno a lui. 

È come quando noi ci troviamo in un posto che non abbiamo mai visto e ci giriamo intorno per cercare di osservarlo e carpire più informazioni possibili.

Infine, è molto importante non dare le spalle all’animale e non iniziare a correre perché ciò potrebbe essere interpretato come un invito all’inseguimento. 

È come avviene con i cani, che quando ti vedono urlare, ridere e correre ti iniziano ad inseguire e a saltare addosso. 

È un gioco… semplicemente un gioco!

Dobbiamo mantenere la calma!

Urliamo dentro,

soffochiamo tutto il terrore che proviamo in quel momento,

usciamo dalla situazione assurda in cui ci troviamo 

(lasciando sempre una via di fuga all’orso, mi raccomando),

e solo una volta usciti dalla situazione urliamo, piangiamo e battiamo i piedi a terra con tutte le nostre forze.

Ma solo DOPO!

L’educazione ambientale ha una sua importanza

Nel 1999 nel Parco Naturale Adamello Brenta è stata reintrodotta una popolazione di orsi tramite il progetto “Life Ursus”.

Questo progetto ha avuto un enorme successo per quanto riguarda il ripopolamento della specie:

gli individui introdotti sono stati in grado di riprodursi e accrescere così la popolazione in Trentino.

Ma, come possiamo notare dagli ultimi avvenimenti, questo progetto è stato un ENORME FIASCO in termini di convivenza orso – uomo, di capacità educativa, di gestione e di sensibilizzazione pubblica.

Come accennato all’inizio dell’articolo, anche nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise si trova una popolazione di orsi.

Ma ne sentite parlare così tanto come di quella in Trentino?

Ci sono stati così tanti problemi con gli orsi come in Trentino?

No, assolutamente no!

Quello in Abruzzo è un modello di gestione più efficace, dove gli orsi convivono con le persone in maniera molto più pacifica.

In quest’area le attività di sensibilizzazione ed educazione ambientale sono diventate parte integrante del Parco, e nel contempo sono stati istituiti diversi Regolamenti per escursionisti di ogni tipo che tengono conto della sicurezza dell’uomo tanto quanto dell’orso (come di tutti gli altri animali selvatici della zona).

Negli anni, e in seguito a diverse attività di conservazione, è diventata di fondamentale importanza la capacità di interazione tra esseri umani e fauna selvatica.

Quelle disumane pretese umane

Una mamma orso che gioca con il suo cucciolo

La sopravvivenza di molte specie selvatiche come tigri, elefanti, leoni, lupi e orsi

dipendono proprio dalla nostra capacità e voglia di accettare la loro presenza all’interno di un territorio che diventerebbe condiviso.

Svolgiamo già da diverso tempo vari progetti per riportare nel territorio di origine varie specie animali,

ma non siamo poi in grado di mantenere salda la nostra convinzione iniziale.

Non possiamo pensare di poter riportare gli animali nel loro territorio di origine imponendo delle limitazioni che non rientrano nella loro natura.

Non possiamo pretendere di entrare nel territorio di cui gli orsi faticosamente si stanno riappropriando con l’idea che si spostino al nostro passaggio.

E dobbiamo assolutamente levarci dalla testa l’idea che questi animali siano e debbano essere confinati esclusivamente in parchi e riserve naturali.

La disinformazione: quel maledetto problema causa di tutto

Qual’è la logica dietro ad una reintroduzione avvenuta nel 1999 e terminata (per adesso) con l’uccisione di tutti gli individui che si avvicinano all’uomo?

Perché allora le reintroduzioni?

Perché allora tutte queste attività di conservazione?

Perché devono loro stare alle nostre leggi e non dobbiamo essere noi ad andare incontro alle abitudini di chi convive con noi umani?

Ci siamo allargati ovunque, in maniera scandalosa. 

Devastando, bruciando e uccidendo terreni, piante ed animali.

Stiamo sopravvivendo in un mondo completamente privo di biodiversità, nel senso scientifico del termine. 

La maggior parte delle specie da sempre esistenti sta scomparendo.

Il numero di animali selvatici ogni santo giorno diminuisce drasticamente: solo nell’ultimo secolo, ad esempio, le popolazioni delle tigri selvatiche sono diminuite del 96%, passando da 100.000 individui a meno di 3890 nel 2016.

Con quale coraggio continuiamo ad uccidere?

Con quale coraggio continuiamo a pensarci al centro di tutto?

Con quale coraggio prendiamo decisioni sulla vita delle altre specie senza prima informarci SUL SERIO riguardo la loro vita, le loro abitudini, i loro habitat e i loro comportamenti.

Ci sono professionisti su professionisti in grado di spiegare i comportamenti e la vita di ogni santissima specie esistente su questo pianeta.

Ogni anno si sfornano studi su studi, 

e studiosi su studiosi,

di tutte le discipline possibili e immaginabili,

e ancora,

all’alba del 2024,

ci basiamo solo sulle nostre personali credenze.

Ci convinciamo che un essere vivente, 

solo perché tre volte più grosso di noi,

perché non parla la nostra lingua,

o solo perché  non siamo abituati ad averlo intorno a noi ogni giorno,

non abbia il diritto di vivere PERCHÈ  SI È AVVICINATO TROPPO A NOI E ALLE NOSTRE ABITAZIONI.

Ma non ci vergogniamo nemmeno un poco?

Impariamo a farci un’analisi di coscienza ogni tanto.

Iniziamo ad accettare il fatto che no, non siamo noi il centro di tutto e no, non abbiamo alcun diritto sulla vita e la sopravvivenza di NIENTE E NESSUNO.

Noi dovremmo essere quel piccolo ingranaggio parte INTEGRANTE del tutto,

non siamo il tutto.

Non succederà mai.

Il pianeta ci sta soffocando piano piano,

e questo a causa delle nostre decisioni contro natura che da decenni, se non secoli, ormai stiamo prendendo.

Apriamo gli occhi.

Non abbiamo diritto su alcun orso, tigre, insetto o pianta che sia.

Impariamo cos’è la convivenza con gli orsi bruni, e impariamo soprattutto che questa convivenza è possibile!

Un orso tra la vegetazione.

Dobbiamo imparare a sensibilizzare l’uomo, 

a fare un costante monitoraggio ambientale

e a gestire in maniera responsabile gli habitat naturali.

È sicuramente difficile.

Ed è sicuramente una situazione completamente nuova per tutti noi,

ma il punto è che senza una reale comprensione delle esigenze degli orsi e di tutti gli altri esseri viventi,

come delle comunità locali,

non si può garantire nessun futuro possibile a nessuno!

Continuando a parlarne e a provare di migliorare, nel nostro piccolo, abitudini e modi di pensare sicuramente poco umani,

continuiamo con i nostri appuntamenti settimanali.

Vi aspetto quindi la prossima settimana con un nuovo argomento pronto per essere spulciato per bene.

Alla settimana prossima Eco Warriors!

L’orso M90 è stato abbattuto in Trentino

Di Zoe

Sono una divulgatrice e guida ambientale appassionata. Creatrice di EcoHorizon, condivido articoli su ambiente, novità scientifiche, pratiche ecosostenibili, piante e animali. Quando non sono impegnata a scrivere, conduco escursioni e workshop per avvicinare le persone alla natura. Seguimi su EcoHorizon per scoprire come possiamo proteggere e preservare il nostro pianeta insieme!

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