Siamo abituati a pensare al suolo come ad un qualcosa di immobile, stabile e vuoto, tanto che, molto spesso, ci è difficile dedicarci all’osservazione del suolo e di tutta la meraviglia che presenta!
Ma la realtà è completamente diversa, ed il suolo ha tantissime capacità che, forse, dovremmo imparare a conoscere meglio per comprendere ancor meglio il grande aiuto che un’ agricoltura conservativa riuscirebbe a darci!
Un micro mondo chiamato “suolo”
Il suolo è in grado di svolgere un’ importante funzione produttiva, tanto da riuscire a trasformare l’energia luminosa in energia chimica.
Lungo tutto lo spessore del terreno, inoltre, sono presenti molte specie differenti di organismi che rappresentano i tre quarti dell’intera biodiversità del pianeta, tanto sono numerosi e diversificati!
Insomma, questi piccoli individui microscopici presenti tra i granelli di suolo sono molto più abbondanti di tutti gli esseri viventi alla luce diretta del sole messi insieme!
Il suolo, inoltre, presenta anche la grande capacità di conservare l’acqua, oramai fin troppo sfruttata dall’uomo, al suo interno
immagazzinandone così una percentuale che arriva a rappresentare ben il 90% della produzione agricola mondiale e circa un terzo di tutta l’acqua dolce.
Conseguenze di un suolo impoverito
Il suolo non è in grado di trattenere nemmeno la metà di quel 90% della produzione agricola,
tanto che la maggior parte di quest’ acqua che fluisce attraverso il suolo tenderà a riversarsi soprattutto nei fiumi e nei corsi d’acqua,
tornando così al mare.
Questo trasporto di acqua comporta una grande perdita di sostanze nutrienti e sostanze chimiche
che, a loro volta, causano il grande inquinamento delle acque dolci
che ad oggi sono una delle tante problematiche ambientali a cui tutto il pianeta è sottoposto!
È infatti qui che entra in gioco il concetto di “Zone Morte”,
cioè tutte quelle estese aree marine e di acque interne (fiumi e laghi) completamente inquinate e prive di qualsiasi forma di vita.
E se invece il suolo fosse ben nutrito?
Considerando invece una situazione esattamente opposta a quella considerata nel paragrafo precedente,
quindi una situazione nella quale il suolo risulta ben nutrito e composto da una buona quantità di sostanza organica al suo interno,
il carbonio, che risulta essere la nostra sostanza organica di interesse, sarebbe in grado di trattenere sicuramente molta più acqua all’ interno del suolo!
Si eviterebbero così tante inondazioni,
e tanti raccolti eviterebbero di avvizzire durante quei periodi di siccità che oramai sono diventati sempre più frequenti!
Ad oggi, fortunatamente, diverse realtà agricole si stanno affacciando al mondo della cosiddetta “agricoltura conservativa“,
un sistema di attività e comportamenti “in campo” in grado di supportare il suolo e migliorare la sua qualità.
Vediamo di seguito alcuni dei sistemi di agricoltura conservativa più utilizzati fino ad oggi!
Il sistema NT e le colture di copertura
L’agricoltura No Tillage (NT) è una tipologia di agricoltura conservativa che si basa principalmente sulla crescita di colture di copertura.
Spiego meglio il concetto.
In agricoltura, a seconda della stagionalità, i terreni possono essere lasciati “riposare”,
ciò significa che per un determinato periodo di tempo le varie attività di coltivazione, come la semina o l’ aratura, non vengono svolte.
In diverse situazioni, soprattutto per quanto riguarda attività di agricoltura intensiva, in questi periodi il terreno viene abbandonato a sé stesso,
e ciò comporta un eccessivo sfruttamento del suolo causato dalla crescita di patogeni o da eventi climatici estremi
come la pioggia continua o, esattamente all’opposto, un’ esagerata irradiazione solare.
Con il sistema NT, invece, il terreno non viene abbandonato a sé stesso ma, a seconda della stagione considerata, vengono coltivate determinate specie, scelte con criterio a seconda della tipologia di terreno e del clima locale,
che hanno il compito di nutrire il suolo e di evitare che avvengano azioni di erosione.
Tutte queste colture di copertura sono diventate essenziali per il successo dell’agricoltura conservativa senza lavorazione del terreno e, fortunatamente, le aziende agricole che hanno iniziato ad utilizzarle sono già numerose!
Purtroppo di sfide e minacce il nostro Pianeta ne è pieno!
Ma fortunatamente noi possiamo parlarne, discuterne e cercare di trovare soluzioni insieme, anche nel piccolo!
Vi aspetto!
Un vantaggioso “cocktail” di colture
L’idea alla base dell’ utilizzo di differenti colture tramite il meccanismo del “No Tillage”
risulta essere quella di sfruttare la sinergia di piante diverse che lavorano insieme per riciclare così la biomassa,
e quindi recuperare i vari minerali e il carbonio accumulatisi nel suolo durante la stagione di crescita!
Questa tecnica agricola porta, nel tempo, diversi vantaggi:
- una grande quantità di umidità nel terreno;
- una fissazione biologica del terreno ed un riciclo dei nutrienti;
- un miglioramento del biocontrollo di parassiti e malattie;
- una maggiore protezione dall’erosione.
Rotazione Diversificata delle Colture
La Rotazione Diversificata delle Colture (DCR), invece, è una pratica appartenente sempre alla realtà dell’ agricoltura conservativa.
Questa pratica, però, non va ad alterare stagionalmente solo due colture diverse,
ma introduce una sequenza molto più diversificata che porta all’ alternanza di tre o più colture.
Utilizzando loro stessi tale tecnica, gli agricoltori hanno avuto modo di comprendere quanto in realtà sia essenziale e di grande aiuto se si vuole mantenere un terreno in perfetta in salute.
Questa sequenza variegata di colture porta ad una maggiore crescita della sostanza organica del suolo,
ad una riduzione dell’erosione,
e ad una migliore conservazione delle risorse idriche
contribuendo, infine, ad una perfetta conservazione dell’ acqua nel suolo.
Piante vs. Patogeni: una battaglia lunga una vita
Gli agricoltori che utilizzano i vari sistemi di agricoltura conservativa sono in grado persino di gestire le diverse problematiche che molto spesso portano alla rovina delle colture,
come la crescita delle erbe infestanti, i nematodi e diverse specie di insetti.
Ma come fanno, questi agricoltori, a gestire tutti i vari possibili danni senza rischiare di perdere tutti i frutti del loro grande lavoro durato mesi e mesi?
Grazie proprio ai differenti sistemi di agricoltura conservativa visti nei paragrafi precedenti,
gli agricoltori hanno la possibilità di interrompere i cicli di vita dei patogeni e creare così un ambiente sfavorevole per la proliferazione delle malattie delle piante,
proprio andando ad alternare le varie colture con differenti specie vegetali.
Mi spiego meglio.
La crescita dei patogeni è favorita soprattutto dalla presenza di una sola specie nel campo, quindi di quella che tecnicamente viene definita “monocoltura“.
Ogni patogeno, infatti, è in grado di sopravvivere solo e solamente in presenza di una determinata specie di pianta,
quindi continuando a coltivare solamente una determinata specie, il patogeno continuerebbe a diffondersi senza alcun problema all’ interno della coltura.
Se invece, al posto di una singola specie, gli agricoltori iniziassero a coltivare piante differenti in differenti periodi dell’ anno,
queste diverse specie, ognuna con dei propri adattamenti e delle proprie caratteristiche specifiche, porterebbero il patogeno di una sola specie ad arrestare del tutto la sua crescita e il suo sviluppo.
Ed ecco quindi che la malattia, che prima infestava tutta la coltivazione, verrebbe completamente debellata.
L’altruismo spiccato delle specie vegetali nell’ agricoltura conservativa
La presenza di specie vegetali differenti favorisce anche lo sviluppo di alcuni microrganismi che sono fondamentali per la funzionalità del suolo.
Facciamo un esempio.
Colture di specie differenti che vengono piantate in maniera alternata, come ad esempio piselli e ceci,
possono migliorare di molto la crescita delle colture di specie che verranno coltivate nella stagione successiva,
come possono essere le colture di grano.
Ciò significa, quindi, che specie differenti tendono ad aiutarsi tra di loro!
Agricoltura conservativa e questioni economiche
La grande problematica alla base di questo sistema di agricoltura conservativa che tanto aiuterebbe la salute del suolo e delle specie vegetali fondamentali per la nostra sopravvivenza,
risulta essere proprio di stampo prettamente economico!
Ad oggi, purtroppo, per quanto le tecnologie e le nuove scoperte più sostenibili stiano facendo grandi passi avanti,
gli investimenti iniziali legati a questa tipologia di attività sono estremamente pochi, per non dire nulli!
Bisogna anche tener conto del fatto che in molte aree geografiche si ha una limitata conoscenza tecnologica,
situazione, questa, che porta dunque ad una grande difficoltà nel riuscire a sviluppare e portare avanti la maggior parte delle conoscenze e delle scoperte in campo scientifico.
Collaborazioni e opportunità sostenibili
L’agricoltura conservativa, che sia il sistema DCR o il sistema NT, non solo trasforma la produzione alimentare,
ma contribuisce anche ad una gestione più sostenibile degli ecosistemi dei diversi paesaggi agricoli.
Fortunatamente, anche a livello globale si inizia ad affermare questa tipologia di agricoltura conservativa,
offrendo maggiori opportunità di mercato agli agricoltori e vantaggi ambientali duraturi.
Risulta dunque di fondamentale importanza una collaborazione tra la comunità scientifica, gli agricoltori e le istituzioni,
al fine di promuovere una maggiore conoscenza e applicazione di queste nuove tecnologie agricole e garantire, di conseguenza, un futuro sostenibile anche in campo agricolo.
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